LA SOTTILE LINEA BLU
333 km dai monti al mare e ritorno
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LAstico esce dalla sua valle alpina e si fa strada nella pianura veneta
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165 km a valle, il Brenta, nelle cui acque si fonde lAstico, sfocia in mare; in mezzo a queste 2 foto, centinaia di km di grande fuoristrada!
Le sottili linee blu sono i fiumi, che nelle mappe stradali sono soffocati e quasi nascosti dalle preponderanti fasce stradali: le grandi strisce viola delle autostrade, le complicate righe rosse delle tangenziali, il reticolo giallo delle statali e provinciali.
Ma nel fuoristrada il fiume diventa quello che uno stradista è lautostrada, la via maestra per raggiungere, in questo caso il mare.
È semplice seguire un corso dacqua, non serve avere chissà che conoscenza approfondita del territorio, non si è mai troppo distanti dalla civiltà, se non ci si avventura dentro paludi ed affini non ci sono grossi pericoli o difficoltà, ma nello stesso tempo percorrere un fiume è un piccolo viaggio di esplorazione, una grande emozione.
Un piccolo sogno nel cassetto: raggiungere il mare in fuoristrada, lungo il corso dei fiumi.
In pratica si tratta di arrivare al mare seguendo il corso del Brenta da Bassano del Grappa, e raggiuntolo, ritornare lungo il Bacchiglione.
Questo fiume è un affluente del Brenta, in cui si getta a pochi km dal mare; per un tratto corrono paralleli nella bassa padovana, poi il Brenta passa a nord della Città del Santo, mentre il Bacchiglione la lambisce da sud, (dando origine a tutti i vari canali che attraversano Padova) per poi scorrere sinuoso nelle campagne verso Vicenza.
Ho coinvolto il solo Diego nellimpresa; avrei accettato pure altri compagni, ma la gita è stata decisa in pochissimo tempo, urgeva farla subito, il primo W-E di aprile è già troppo avanti nella stagione, i pescatori si affollano lungo i fiumi per lapertura della pesca, e le prime giornate primaverili attirano i merenderos sulle sponde a fare pic nic.
ASTICO
Alle 7.45, punzecchiati dalla frizzante arietta ancora invernale del primo mattino, si parte.
Veloce trasferimento su asfalto e sterrate di pianura fino ad intercettare il corso dellAstico:
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Astico
Più a valle cè un tratto molto divertente da fare in moto, una sottile traccia che corre a ridosso dellacqua, tra ghiaioni e sabbioni; ma questa mattina è un po troppo affollata: ogni 3 metri cè un pescatore con la sua brava canna in mano! Per i poveri pesci deve essere dura campare!
Se è così fino al mare siamo freschi, di fuoristrada non se ne parla.
Saltiamo a pie pari la zona, e a valle il fiume è deserto: classico sospiro di sollievo; probabilmente era una qualche gara o raduno.
Dal ponte di Breganze 15 veloci km di superstrada ci portano verso il Brenta: ci aspettano oltre 100 km di fiuming fino al mare!
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Tutti I puntini neri in fondo sono pescatori: cè più affollamento che in piazza!
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Ponte di Breganze: quelle imponenti arcate hanno fascino e imponenza, fin da bambino hanno colpito la mia fantasia.
BRENTA-ALTO VICENTINO
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Il tipico aspetto dei fiumi nellalta pianura: letto ampio, canali intrecciati, isole ciottolose, boschi golenali.
Dal ponte sulla superstrada Gasparona scendiamo lungo largine sinistro, tralasciando alcune pistine da cross, fino al successivo ponte, quello fra Cartigliano e Nove; ricordo che in orografia la riva sinistra di un fiume è quella che si ha quando la schiena è rivolta alla sorgente, e il viso al mare.
A Cartigliano attraversiamo il ponte e ci inoltriamo nelle estese praterie della riva destra.
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Un ramo in secca diventa unottima traccia da seguire
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Terreni di fiume: lingua di terra compatta, seminata di pietre, delle dimensioni dallarancia allanguria
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oppure tenera sabbia da poco depositata dal prosciugarsi di qualche ramo fluviale.
In questa zona la fascia fluviale è molto larga, sicuramente almeno un km; la golena è percorribile o lungo una sterrata accessibile anche ai mezzi a 4 ruote, ma è molto più divertente seguire il sentierino (di evidente tracciatura motociclistica) che si tiene il più possibile vicino alla sponda: curve secche attorno ad alberi, dislivelli improvvisi, tratti di terra e sabbia o di fango e pietre, per una guida divertente e mai banale.
In una sosta si avvicina un giovanissimo ragazzone in sella allo scooter, forse un pescatore; capisco subito che non ce lha con noi quando esclama Dio, che bella! rivolta alla mia XR! Si chiacchiera, mi dice che lui è contento di vedere passare le moto, alla faccia di quelli che rompono i ciglioni, che non si può più fare nulla, D
.N!! e giù un venetissimo bestemmione!
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La sterrata principale: attraversamento obbligato di un profondo canale
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Da una alta riva osserviamo il panorama del fiume.
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Il Monolite dellelettrodotto
GUARDIE E LADRI
Lo confesso: abbiamo fatto i banditi sul Brenta, alla faccia della Off-etiquette e di tutte le belle parole che si sprecano su forum e giornali per dare dignità ai fuoristradisti.
Il terreno fra un argine e laltro è demaniale, sottoposto a vincolo idrogeologici e compagnia bella, ed anche se non ci sono segnali di divieto si sa che lì non si può andare, e i tutori dellordine di qualsiasi corpo, dai Forestali ai guardapesca ai volontari di WWF, LIPU, LAC, ecc., ecc., sono ligi al dovere di incularci.
Confidavamo che gli ampi spazi ci avrebbero permesso di scoprire gli odiati nemici per tempo, e girare le chiappe.
Ed è quello che è successo: nellavvicinarsi al ponte fra Friola e Tezze sul Brenta percorrevamo la sommità di un enorme argine, una muraglia alta almeno 10 metri, quando alla base di cumulo di ghiaia della vicina cava sono comparse 2 persone. Lì per lì non ci facciamo caso, ma quando arriviamo esattamente sulla verticale mi accorgo che uno è in abiti civili, ma laltro è in tuta verde e berretto, con mostrine varie, forse un forestale, forse un guardapesca!
Surreale: ci fermiamo, noi in cima, loro sotto, a 15 metri in linea daria, a me mi si spegne pure la moto; largine è interrotto dalla massa di ghiaia della cava, per proseguire dovremmo scendere, anche se rischia il ribaltamento; la guardia non può raggiungerci, almeno non in pochi secondi, sullerto rivo dovrebbe salire quasi a carponi.
Nessuno parla, nessuno grida o fa nulla; riaccendo lXR, giriamo i mezzi e torniamo indietro, forti della targa illeggibile.
Ma non è finita.
Scendiamo dallargine, aggiriamo la cava per un campo, fino alle case di Friola; attraversiamo velocemente il paese per imboccare il ponte e passare sulla sponda sinistra.
E chi cè, ferma di fronte alla trattoria allestremità del ponte? Una Punto dei Carabinieri!
Passiamo loro davanti, corro veloce verso la golena, sperando che i militari non ci inseguano; questo non avviene, e rapidi cerchiamo di mettere la maggiore distanza possibile fra noi e loro.
BRENTA ALTA PADOVANA
Dal ponte di Tezze sul Brenta siamo entrati in provincia di Padova, ma laspetto del fiume non cambia, anzi, pare pure più ampio, e i boschi sulle rive più fitti e selvaggi.
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Per fortuna che cho la cartina sotto al naso!
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Brenta Desert: pista sableuse
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Derapetta ai margini di una lanca (porzione di fiume morto)
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Non mancano pezzi più infrattati, dove farsi largo nella foresta pluviale
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e guadare ripugnanti fangoni.
ENDURISTI PADOVANI
Mentre da very Brokeback boys (famoso film di cow-boy recchioni) ci fotografiamo sulla spiaggia del Brenta, sentiamo prima e scorgiamo poi le sagome di alcuni colleghi enduristi nel folto della giungla.
Ripresa la marcia, li troviamo in pausa cicca poco più avanti, e ci fermiamo a socializzare.
Hanno moto nuove e professionali, una Husqvarna a 4T, un WR400 e un K 2T, laccento è inequivocabilmente padovano. Uno è sui 30 anni, gli altri sui 40 e oltre, si capisce che sono enduristi veri ; già sono stupiti quando diciamo che arriviamo da Bassano, ma alla nostra affermazione di voler raggiungere il mare lo stupore invade i loro volti! Ci domandano del perché e del per come, il più vecchio, quello col 2T, ci chiede se puntiamo verso Jesolo: Jesolo?
La nota località balneare veneta è vicina allestuario del Piave, che scorre molto più a est, ed entrambi sono a nord della Laguna di Venezia, mentre il Brenta (su cui siamo, n.b.) sfocia a Sottomarina di Chioggia, a sud della Laguna di Venezia: come si fa a raggiungere Jesolo per il Brenta?
Inoltre ci domandano di come facciamo dal tal paese in avanti, di comè la via, e qui sono io ad essere stupito: mi stanno chiedendo di zone lontane poche decine di km, possibile che sia io, straniero, ad illustrare ai locali le loro zone?
Sono come certi miei amici, agonisti che schifano anche un solo km di asfalto: conoscono a menadito la nostra valle e le limitrofe, ma se li porti a 2-3 valli di distanza (30 km in linea daria) sono persi come fossero in Africa!
I padovani, nella loro provincia, hanno solo il Brenta e i Colli Euganei, zone piccole, affollatissime e vietatissime: ti aspetteresti una mentalità dual sport, partire in sella verso le Alpi a cercare fuoristrada, invece questi qui hanno moto racing e rimangono nel loro giardino, da cui magari escono col carrello per gare e cavalcate.
Salutiamo e ripartiamo, ma questo non sarà lunico incontro, anche se il solo in cui abbiamo scambiato delle parole.
Nel tratto tra Fontaniva e Carmignano incontreremo molte comitive, tutte di enduristi molto racing, i più scarsi avevano il DR400E, qualcuno molto rumoroso e aggressivo nella guida.
Abbiamo pure incrociato una compagnia mista di moto e quad, e altri quaddisti in gruppo.
Limpressione nel veder passare i quad è stata molto negativa: si trattava di mezzi sportivi, aggressivi nellaspetto e nelle prestazioni (non certo come certe specie di trattori che vendono); mi metto nei panni di un passante: molto rumore, forse non più di una moto smarmittata, ma il vedersi arrivare contro un mezzo così imponente incute più timore di una moto.
E gli scavi che fanno sul terreno mi sembravano molto più profondi e violenti di quelle delle moto.
Penso anche alle mie zone, allAltipiano di Asiago, e non è una buona cosa la diffusione di quad (e motoslitte) per gli enduristi: sono fastidiosi, ingombranti, della gente che li compra o li affitta sono sicuro che quasi nessuno è endurista, non conoscono la situazione in loco e si permettono di fare di tutto, peggiorando il fragile equilibrio del fuoristrada.
I quad li tollererei solo per i disabili, per permettere anche a chi ha perso luso delle gambe di guidare un manubrio allaria aperta.
BRENTA MEDIA PADOVANA
A Carmignano sul Brenta abbandoniamo la sponda sinistra per passare a destra, nei pressi di Fontaniva.
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Ponte ferroviario
In questo tratto il fiume è affiancato da numerose cave di ghiaia; in una intersechiamo perfino i binari di una ferrovia a scartamento ridotto, e poche centinaia di metri avanti costeggiamo il deposito con le mini locomotive in disarmo.
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Locomotiva da cava
Molte di queste cave si sono riempite dacqua, formando piccoli laghi, ed è bellissimo guidare sulla striscia di terra, larga poche decine di metri, che separa la superficie liscia del lago dalle rapide correnti del fiume.
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Cave trasformate in laghi
Ma non crediate che lungo i fiumi non si spinga mai la moto! In una di queste cave sbaglio a prendere largine, e tento di riguadagnarlo dribblando degli enormi coni di terra di riporto, dallinequivocabile odore di merda!
Ma non ho abbastanza slancio, e cado rovinosamente dalla scarpata dellargine; lì si produce il Padre di tutti gli ingolfamenti: dieci minuti buoni per far ripartire lXR, mentre i mefitici miasmi impregnano le nostre vesti.
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Diego in azione su una rampa assai ripida, ma facile
BRENTA MEDIA PADOVANA
Questa sezione è molto piacevole da fare in moto, nonostante il fiume si sia oramai inserito in un letto profondo, senza le grandi distese pietrose e sabbiose dellalta pianura.
Landamento meandriforme del Brenta crea comunque spazi naturali, boschi, penisole, paludi in cui girare.
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Incontro con dei pastori
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Cosa mira Diego, dal margine di questo paludoso ramo secondario?
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Se questo coraggioso ciclista si ammazzerà o pure no su quella discesona!
Devo dire che col nostro comportamento siamo riusciti a fare il giro ricevendo un solo atto di rabbia in tutta la giornata; nellincrociare ciclisti e pedoni rallentavamo al massimo, cambiando noi traiettoria o addirittura uscendo dalla pista per non impolverarli infangarli; coi cavalli rigorosamente spegnevamo il motore; sempre abbiamo salutato le persone, e siamo stati ricambiati, anche con simpatia, come con i mountain bikers della foto.
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Ma ora tocca a noi: Diego impostato sulle pedane
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Alves meno stiloso
ORA DI MECCANICA
Ma poteva filare tutto liscio? No.
La moto comincia a singhiozzare, soprattutto ai bassi regimi; so già di che si tratta: mi fermo e dagli sfiati del carburatore esce copiosa la benzina. Quando dallo sfiato della vaschetta del carburatore esce il carburante il principale imputato è il galleggiante, che non chiude il passaggio alla benzina.
Da mesi ho questo ricorrente problema, ho lavato il carburatore, controllato linterno ma niente, il problema persiste.
Di solito ovvio allinconveniente tirando le marce basse, o percuotendo la vaschetta del carburatore, in modo che il galleggiante si sblocchi.
Provo a fare così anche ora, ma non appena apro il rubinetto del serbatoio, 2 secondi dopo esce il fiotto dallo sfiato!
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In panne sullargine
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Diego sceglie sempre il posto giusto per una pausa cicca
Siamo quasi al termine di questo pezzo off, pertanto decidiamo di arrivare al paese e vedere il da farsi. Raggiungiamo Piazzola sul Brenta, lXR non va bene, attraversiamo il ponte fino a Campo San Martino e ci fermiamo nel piazzale di una trattoria dove apro lAlves officina:
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LXR ridotta al nudo telaio
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Eccomi scrutare le viscere del carburatore
Il carburatore non è sporco, nei getti soffio aria e sono liberi, il galleggiante non è crepato e si muove liberamente: che ca**o ha sta moto?
Rimuovo il galleggiante e la valvola collegata, e che mi trovo: un minuscolo pezzettino di carta stagnola, che inficiava la chiusura della valvola stessa, dando il via alla perdita di benzina!
Con i colpi e le vibrazioni della guida la stagnola ogni tanto si muoveva, e la moto ritornava funzionare bene, mapoi inevitabilmente il pezzettino tornava a bloccare il galleggiante.
Come sia finita lì sarà per sempre un mistero!
Nei rimanenti 230 km della giornata mai più un problema.
HINTERLAND PADOVANO
Ci si fermava alla vicina trattoria per un panino e caffè, ma non avevo il meritato relax: 2-3 tipici personaggi da bar attaccavano bottone; io cercavo di evitarli, ma Diego teneva banco e questi facevano un minestrone di moto, ecologia, formula 1, caccia, in puro stile Italian Bar Sport.
Sono le 12.30 quando ci schiodiamo da Campo San Martino, mantenendo sempre la sponda sinistra del Brenta.
Vaghiamo ancora un po ai margini dei campi coltivati, finchè arriviamo ai paesi dellhinterland padovano: Limena, Vigodarzere, Cadoneghe.
Qui oramai il fiume è canalizzato, scorre aderente a paesi e strade, stretto negli argini.
La sponda sinistra è percorsa interamente da una pista ciclabile dal fondo naturale, a tratti ben tenuto ed inghiaiato, in altri di terra battuta; cerchiamo il più possibile di stare lungo il fiume, nella sottile striscia di terra tra argine e acqua, ma è veramente risicata e spesso ci tocca salire sulla sommità della pista. Per nostra fortuna è ora di pranzo e pochi sono i viandanti che incrociamo: immagino che al pomeriggio, magari col sole, sia impossibile passare di qui.
Allo sbarramento idraulico di Strà si esce finalmente dalla zona urbanizzata, davanti solo a noi una trentina di km immersi nella campagna della bassa padovana.
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Sbarramento idraulico
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Under the bridge
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Infinito: una bianca sterrata che si perde allorizzonte, laggiù il mare.
Questo tratto del percorso, che ai più potrebbe sembrare noioso, è quasi il mio preferito: dopo tanto guidare in terreni spesso impegnativi, dopo le difficoltà di trovare la rotta, dopo la paura di essere acciuffati dalla pula, qui mi rilasso, lascio il motore borbottare in 5° marcia, respiro laria del fiume e già mi pare di sentire la salsedine del mare penetrarmi nelle narici, godo, anche se per pochi km, di questa sensazione di attraversamento dello spazio vuoto, come in un viaggio in terre lontane.
Prima di giungere la mare non possiamo però mancare allappuntamento con la laguna.
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Si vede che siamo in Laguna, dalle canne e dalle zanzare che tormentano il mio amico!
Costeggiamo la laguna, e quando vedo una enorme spiaggia di sabbia nera non resisto e mi ci ficco: su quel fondo pastoso le derapate riescono magnificamente, anche agli impediti come me, ma bisogna prestare attenzione a non avvicinarsi troppo allacqua, lì la sabbia è impregnata di umidità, delle sabbie mobili dove si rischia di affondare!
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Largine della Laguna
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Una immensa spiaggia nera accoglie le mie evoluzioni
MARE ADRIATICO
Gli ultimi km fino a Sottomarina sono di asfalto, raggiungiamo al zona della spiaggia libera, e oltre una duna appare lAdriatico:
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165 KM dalla partenza: e dobbiamo tornare indietro.
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Mare Mosso (la foto, non il mare!)
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On the beach a passo di danza
Sapete perché ho quella posizione ridicola? E perché la foto nella laguna sono così piccole?
Il mio compare Diego non se la sentiva di portare la preziosa WRF250 sui sabbioni salmastri del mare, aveva paura di rovinarla!
Questo autoscatto me lo sono fatto posando la digitale su una impalcatura fatta da rami trovati sulla spiaggia.
ENDURO A SOTTOMARINA
Sottomarina è la stazione balneare di Chioggia, ed occupa una penisola grossomodo triangolare, circoscritta dalle acque di Brenta, Laguna e mare
La zona turistica di Sottomarina si estende maggiormente verso la laguna, i terreni a ridosso del Brenta sono coltivati ad ortaggi, i famosi Orti di Sottomarina, piccoli appezzamenti familiari coltivati intensamente; dalle ultime palazzine ad uso turistico la strada sfuma in un polveroso sterrato fra gli orti, con enormi pozze disseccate, una infinita serie di whoops naturali.
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Sottomarina, Orti di sinistra Brenta, rudimentali serre per gli ortaggi
La giornata si è incupita, nuvole grigie coprono tutto il cielo, e questo posto che destate è meta agognata di migliaia, milioni di turisti assume unaria tetra, funerea: i campeggi chiusi sembrano campi profughi, le palazzine costruite in mezzo ai campi, raffazzonate e rifinite alla carlona, paiono uscite dai reportage sullAlbania di Enver Hoxa, e la presenza di questi inquietanti bunker disseminati fra le abitazioni mi fa dubitare se per caso non sono finito veramente in Albania:
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Ridotta Santa Margherita, risalente alla II° Guerra Mondiale:Può sempre essere utile avere una postazione dartiglieria in giardino!
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Guardate che meraviglia! Ci può essere qualcosa di più orrendo e pacchiano? Una copia del castello di Cenerentola, ma venuto fuori come il castello di Dracula, sulle dune dellAdriatico!
A Sottomarina restavamo poco, il tempo di un panino e una puntatina alla foce del Brenta per altre foto; erano le 15.00, si doveva accelerare il rientro.
FIUME BACCHIGLIONE
Il ritorno avveniva lungo il Bacchiglione; dalla confluenza col Brenta, a pochi km dal mare, per un tratto corrono paralleli nella bassa padovana, poi il Bacchiglione si allontana verso Bovolenta, da dove piega a 90° verso Padova.
La risalita sarà abbastanza noiosa: più canale che fiume, con gli argini quasi totalmente asfaltati in cima; per fortuna possiamo contare sulla sottile striscia erbosa ai piedi dellargine, dove però si fanno sempre più numerose le macchine dei merenderos che fanno pic-nic, man mano che ci avviciniamo a Padova.
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Bacchiglione Bassa Padovana: argine asfaltato, strisciolina derba, merenderos in fondo.
Alla periferia di Padova il fiume è affollatissimo di pedoni, biciclette, carrozzine, gente che prende il sole, altri con barche radiocomandate, altri in barche vere
saltiamo a piè pari la zona, cercando di prendere i fiume fuori dallabitato, in direzione Vicenza.
Ma non conosco la zona, sono stanco, e invece di seguire il nostro fiume finiamo su un canale secondario, la Brentella, che ci riporterebbe verso il bacino del Brenta.
Per rimediare allerrore ci dobbiamo sorbire molti km nella trafficatissima periferia padovana.
Nella campagna ritroviamo il fiume, che seguiamo a tratti alterni.
In terra vicentina imbocchiamo il Tesina Astico, correndo sulla sommità di quella muraglia che è largine, alto 7-8 metri sulla campagna circostante, fino a ritornare ai piedi delle montagne: dopo 3 fiumi percorsi per scendere al mare e tornare, 12 ore di godimento dalle 8.00 alle 20.00, 333 km percorsi di cui 2 terzi sicuri in off-road!
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Campagna tra Vicenza e Padova: ponte ferroviario in disuso
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Superamento di un canale laterale del Tesina per un esile passerella.
Ciao
Alves
M I T I C O ... come sempre!
Complimenti per il giro, il report e le foto!
Ciao Lanci ;)
Questo si che è un report con gli attributi !! :applausi:
Honda-Razzo.
I report del Ns Alves... sono degni di una rubrica in qualche testata giornalistica!!! Sia come racconto che come qualità delle fotografia...
Pablo ;)
complimenti per il report e per il set di attrezzi!!!
davvero i miei complimenti!!! :o ;)
però! che viaggio!!!!!
complimenti!!!! ;)
Spettacoloooooo ;D
Grandissimo Alves ::)
Bravissimo Alves, spero in tanti di questi rapporti. Roba buona ..scritta da chi ama questo sport. Grazie
Citazione di: matteoxr il Aprile 10, 2006, 16:26:22 PM
complimenti per il report e per il set di attrezzi!!!
ATTREZZI???? Questo pazzo di Alves ha una vera officina MOBILE!!! :P se vai fuori con lui se grippi ha tutti i ricambi dietro!!!
Pablo
P.S.
Quasi quasi vengo a fare un giretto da quelle parti... così mi sistemi la carburazione.. :-*
Veramente bello sia il racconto che il percorso complimenti ho avuto molto piacere a leggerlo
complimenti mi piazzzzzzz
Anche se non sono un'endurista ho veramente apprezzato ;D
Comunque in astico ci vengo a pescare pure io, chissa magari quest'estate ci si incontra :D
Spesso non serve andar in Africa ;) ;) ..... Alves viaggi low cost ;D ;D
A volte mi domando se vado in moto per scrivere (e fotografare) o se scrivo per andare in moto.
Dapprima è la passione per la moto che ti spinge a muoverti e girare, poi ti viene voglia di raccontare quello che vivi; e a chi lo racconto, se non qui, o in qualche altro sito di moto, o al motoclub?
Non certo per esempio ad alcuni amici e colleghi, magari anchessi con la moto, che concepiscono landare al mare in sella come un veloce trasferimento autostradale fino alla spiaggia.
E poi tutto si confonde: mentre viaggi già pensi a cosa racconterai, e quando sei fermo ti immagini che storie potresti raccontare da un nuovo viaggio, allora ti viene voglia di ripartire; il cerchio si chiude quando non hai niente da raccontare, e allora ti metti in viaggio per avere un argomento da raccontare!
Comunque sia, ad andare in moto mi diverto da morire e pure a raccontarlo, quindi vado avanti così!
Grazie a tutti
Ciao
Alves
Che forte !
E comunque è vero: Alves sa della mia zona più di quanto ne so io e chiunque altro ! E' una questione di predisposizione naturale....... un uomo, una carta geografica !
p.s. spinto dal suo esempio ho iniziato a comprarmi alcune Kompass della mia regione, ma non ci capisco granchè :-\......... non ne sono portato !
:applausi:
Complimenti Alves, bravo come sempre.
;)
threeple
bellissimo report e uno spunto sicuro per un prossimo giro ;)