di Pietro Raitano il 03.12.2006
I Moratti producono elettricità a partire dagli scarti della lavorazione del petrolio.
Per legge sono una fonte rinnovabile di energia, che lo Stato sovvenziona con i nostri soldi.
Ecco come trasformare un rifiuto speciale in un ottimo affare.
I soldi per comprare i giocatori dellInter Massimo Moratti li prende da qui, da questo piccolo paese sulle coste sarde. Ma non sentitevi esclusi: anche voi contribuite a investire sulla squadra. Ogni volta che pagate la bolletta della luce.
Sarroch è in provincia di Cagliari. Vi sorge lo stabilimento di raffinazione della Saras, la società di famiglia dei petrolieri Moratti, fondata nel 1962 da papà Angelo (già presidente dellInter). Dal satellite si vede che limpianto è di gran lunga più vasto dellagglomerato urbano. È sulla costa, per permettere lattracco delle petroliere: un quarto del petrolio trasportato via nave nel mondo passa di qua, dal mare della Sardegna. È la più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per capacità produttiva: 15 milioni di tonnellate lanno di petrolio grezzo trattato, che per la maggior parte viene da Libia e Mare del Nord. Tra i clienti Shell, Repsol, Total, Eni, Q8, Tamoil.
I conti di Saras sono ottimi: 5,5 miliardi di euro di ricavi nel 2005, un bel più 48% rispetto al 2004, e utili per 332 milioni (ancora: più 47% sul 2004).
E nei primi mesi del 2006 le cose marciano anche meglio, con risultati netti che raddoppiano rispetto allo stesso periodo del 2005. Saras dà lavoro a 1.600 persone. Ma il vero gioiello dellazienda sta nellangolo sudorientale dellimpianto: è la centrale elettrica Sarlux. La Sarlux è una società posseduta al 100% da Saras.
La centrale produce energia elettrica bruciando gli scarti di lavorazione che la Saras produce raffinando il petrolio. Questo scarto si chiama tar, detto anche olio combustibile pesante, una pece semi solida che potrebbe essere utilizzata per fare bitume, e che per essere bruciata viene gassificata e irrorata di ossigeno.
È un combustibile altamente inquinante, molto più del metano di solito utilizzato nelle centrali elettriche. Limpianto brucia 150 tonnellate di tar lora. Oltre a CO2, ossidi di azoto ed emissioni varie, a fine anno la combustione lascia in dote 1.400 tonnellate di scarti tra zolfo e concentrati di metalli, come il vanadio e il nichel.
Lenergia prodotta dalla centrale Sarlux viene tutta comprata da un ente pubblico, il Gestore del sistema elettrico (Grtn), che la paga il doppio di quanto varrebbe sul mercato. Questo accade perché per la legge italiana limpianto Sarlux è un impianto assimilato alle fonti rinnovabili, e per tanto va incentivato come queste ultime.
Come sia possibile che una centrale che brucia scarti della lavorazione del petrolio sia pagata come fosse un impianto a energia solare lo dobbiamo al famigerato provvedimento Cip6 (comitato interministeriale prezzi) del 1992. Allepoca il governo decise di agevolare la costruzione di impianti rinnovabili garantendo di comperare (allepoca attraverso Enel) elettricità a un prezzo più alto, il doppio e in alcuni casi il triplo, e destinando alla collettività, attraverso le bollette, lonere del sostentamento dellenergia pulita. Ma poi allargò questa opportunità anche a un numero limitato di altre centrali che utilizzavano fonti che definì assimilate, e che di rinnovabile non avevano nulla: per la precisione gas, carbone, tar, rifiuti.
Da allora gli italiani pagano anche il 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Per il 2005 parliamo di un totale di oltre 3,1 miliardi di euro (erano 2,3 miliardi nel 2004). Oggi il meccanismo Cip6 è stato superato da quello dei certificati verdi nato nel 1999, che non prevede fonti assimilate, ma le convenzioni stipulate nel passato sono ancora per la maggior parte attive.
Sarlux non è lunica a trarre vantaggio da questa situazione. Lelenco dei beneficiari non è pubblico, ma sappiamo che metà della torta Cip6 finisce a Edison, che appartiene ai francesi della Edf. Anche altri petrolieri, come i Garrone di Erg o i Brachetti Peretti di Api godono delle incentivazioni con impianti simili, che producono cioè elettricità bruciando scarti della lavorazione del petrolio (vedi box a destra).
Ma limpianto dei Moratti ha qualche particolarità interessante: la prima, è che è uno dei più grandi, con i suoi 575 megawatt di potenza e 4 miliardi di kilowattora prodotti lanno. La seconda particolarità è che è tra gli ultimi ad aver avuto accesso agli incentivi, visto che la convenzione è partita l8 gennaio 2001. Tra laltro la convenzione di Sarlux dura 20 anni, cinque in più rispetto a quanto stabilito dal provvedimento Cip6. Stando alle analisi della società, il prestito di oltre un miliardo di euro stipulato nel 1996 con Banca Intesa e Banca europea per gli investimenti per costruire limpianto dovrebbe essere ammortizzato entro il 2011. Poi saranno dieci anni di guadagno netto. Un paradosso ulteriore è che più cresce il prezzo del petrolio, lo stesso che i Moratti vendono pochi metri più in là, maggiore è il contributo che lo Stato riconosce allimpianto Sarlux in quanto fonte assimilata alle rinnovabili.
Sarlux è strategica per i Moratti, tanto che anche nella fase di approvvigionamento del petrolio grezzo si tiene conto delle esigenze della centrale. È vero, rispetto al fatturato del gruppo i ricavi equivalgono solo a un decimo, ma gli utili di Saras sono per oltre il 36% riconducibili alla centrale elettrica (122 milioni di euro su 332). Senza gli incentivi produrre elettricità costerebbe moltissimo, molto più di quanto si guadagnerebbe vendendola (solo per lossigeno impiegato per la combustione Sarlux spende 50 milioni di euro lanno). E se non vengono bruciati, gli scarti di lavorazione si tramutano, da fonte di guadagno, in un costo, perché sono rifiuti speciali e vanno smaltiti adeguatamente.
A maggio Massimo e Gian Marco Moratti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Saras, hanno messo in vendita le azioni della società che detenevano a titolo personale, facendo sbarcare lazienda in Borsa. Oggi il 40% di Saras è in mano al mercato. I fratelli avranno comunque il controllo dellazienda attraverso la finanziaria di famiglia Angelo Moratti s.a.p.a., che mantiene il 60% delle azioni.
La vendita di azioni ha fruttato ai fratelli poco meno di un miliardo di euro ciascuno. Immaginiamo che parte di questi soldi verranno investiti su qualche buon giocatore. Le azioni, vendute a 6 euro luna, per lotti minimi di 600 azioni, sono andate a ruba. Il giorno dopo il debutto a piazza Affari, però, il titolo è crollato del 10%. A fine luglio chi ha investito in Saras perdeva il 20% (unazione era quotata 4,8 euro). Per gli 80 mila investitori che hanno creduto in Saras non resta che sperare nel campionato. [pagebreak]
Gli altri nomi dei debitori
Non solo Moratti. In Italia esistono almeno altre due centrali elettriche che bruciano scarti della lavorazione del petrolio e vengono incentivate come fossero fonti rinnovabili. La prima è a Priolo Gargallo (Siracusa), e appartiene alla IsabEnergy, a sua volta controllata dalla Erg della famiglia genovese dei Garrone. Anche in questo caso la centrale sorge accanto allimpianto di raffinazione. Nel 2005 IsabEnergy ha fatturato 522 milioni di euro (44 in più rispetto al 2004), almeno 300 dei quali derivanti dagli incentivi Cip6.
Per la società significano 94 milioni di euro di utili, che forse serviranno a comprare giocatori alla Sampdoria, di cui Garrone è proprietario. Laltro impianto è a Falconara Marittima (Ancona), e appartiene alla Api della famiglia dei conti Brachetti Peretti che a Falconara hanno una raffineria da 3,9 milioni di tonnellate lanno di petrolio.
Per loro almeno 150 milioni in sovvenzioni Cip6, su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di euro e utili (raddoppiati in un anno) di 96 milioni.
In Francia metà della torta
I veri protagonisti dellaffare Cip6 sono i francesi di Edison, ai quali finisce oltre la metà dei contributi italiani per le fonti cosiddette assimilate alle rinnovabili. Delle 27 centrali elettriche Edison operanti sul territorio italiano, ben 19 sono incentivate anche se bruciano combustibile fossile. Lunica (magra) consolazione è che si tratta di metano, che tra gli idrocarburi è il meno inquinante. Nel 2005 Edison ha fatturato circa 5 miliardi di euro (più 16% rispetto al 2004): di questi, almeno un miliardo e mezzo sono sovvenzioni.
Dopo essere stata controllata da Montedison prima e da Fiat poi, oggi Edison è in mano ai francesi di Edf, il colosso energetico statale. Formalmente la proprietà è della società Transalpina di energia che detiene il 71% delle azioni Edison. A sua volta, Transalpina è per il 50% di Edf, e per la restante metà della Delmi, controllata al 51% dallAem di Milano. Il resto delle azioni Edison sono detenute direttamente da Edf (17%) e quotate sul mercato (12%).
La vita elettrica di Sarlux
1992: il Comitato interministeriale deiprezzi vara il provvedimento numero 6 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate.
1995: Sarlux nasce da una joint venture tra Saras ed Enron.
1996: Sarlux ottiene dalle banche i finanziamenti (un miliardo di euro) necessari per la costruzione dellimpianto di Sarroch.
1999/2000: la centrale elettrica entra in funzione.
8 gennaio 2001: inizia la convenzione tra Sarlux ed Enel (cui subentrerà nel 99 il Grtn) per lacquisto di energia incentivata Cip6. La convenzione durerà fino al 2021.
18 aprile 2006: Saras vince un procedimento arbitrale con Enron e conferma il controllo del 100% di Sarlux.
18 maggio 2006: Saras (che controlla il 100% di Sarlux) viene quotata in Borsa.
I conti in tasca. Nostra
L80% della popolazione italiana paga una bolletta simile a quella riprodotta qui in basso. Tecnicamente si parla di mercato vincolato per i clienti domestici, perché le tariffe sono decise dallAutorità per lenergia elettrica e il gas. Di solito la potenza di erogazione è di 3 kilowatt e la tariffa applicata è la cosiddetta D2, che prevede tre corrispettivi: uno fisso non legato né alla potenza impegnata né al consumo, uno legato alla potenza e lultimo, il più importante, legato a quanto consumato.
Dal 1° luglio 2007 anche il mercato domestico sarà completamente libero.
Altreconomia
www.altreconomia.it
Grandissimo CIPO!!!! :applausi: :respekt:Tra i nomi citati figurano alcuni tra i più grossi inquinatori d'italia, oltre che causa di moltissimi decessi. L'inter (con la i minuscola, e non ho nulla contro gli interisti, sia chiaro) non mi è mai piaciuta, ora ho argomentazioni più valide per tenerla sulle p...e, ma che pagando la bolletta ENEL si debba contribuire a sovvenzionare terroristi e pirati ecologici no. :sfiammo: E soprattutto contribuire alle scellerate (ed inutili eh eh eh) campagne acquisti dei Moratti ancor meno. Povera Sardinia e povera Italia. Siamo proprio una Repubblica delle :banana: :banana:
contenti di pagare la discoteca ad adriano? ;D...... :angry2:
bell'articolo....complimenti....adesso so qualcosa in piu :-\ magari il titolo non e propio adeguato...mi aspettavo tutt'altro :P
Altro articolo sul medesimo argomento ma per quanto riguarda l'Api...
I vertici della raffineria API nella fattispecie il sig. Aldo Brachetti Peretti ed il sig. Franco Brunetti sono persone sincere.
Basta un aiuto dialettico per fargli vincere una sorta di ritrosia ed ecco che dicono la verità, tutta la verità nientaltro che la verità!
Ma la verità, ahiloro, spesso non fa rima con pubblicità cosicché lannuale e autoreferenziale vetrina aziendale APINCONTRA si è rivelata per quello che è: un CAVALLO DI TROIA soprattutto nei confronti degli studenti delle scuole falconaresi che hanno accettato linvito dellAPI!
APINCONTRA si è caratterizzata con due elementi che ne hanno rivelato lessenza del Cavallo di Troia: le argomentazioni dei vertici dellAPI (Presidente e Amministratore Delegato) riportate dalla stampa locale e lomaggio agli intervenuti di un kit denominato Kyoto box in cui erano contenute due lampade a risparmio energetico e due riduttori di flusso per lacqua del rubinetto di casa.
Le argomentazioni dei vertici dellAPI
Franco Brunetti (Amministratore Delegato): Questo sito pensa di restare per questa e per le prossime generazioni, raffinando petrolio finchè ce ne sarà, poi producendo energia.
Aldo Brachetti Peretti (Presidente): la centrale da 60 Mwt è quasi come il termosifone di casa
.
Finalmente la dichiarazione dellAmministratore Delegato della raffineria API fa giustizia di quella sturiellet che avevamo stigmatizzato nella Bocca della Verità del 15 Settembre u.s., vale a dire che a fronte della costruzione delle due nuove centrali elettriche per complessivi 580 Mwe ci sarebbe stata una riduzione della raffinazione complessiva.
Questa tesi è stata più volte rilanciata ai cittadini attraverso la stampa dallAssessore allIndustria della Regione Marche Gianni Giaccaglia, dal parlamentare di Alleanza Nazionale e candidato a Sindaco di Falconara M.ma Carlo Ciccioli e dal parlamentare dei Democratici di Sinistra Massimo Vannucci.
Che le dichiarazioni di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci fossero prive di fondamento lo avevano capito solo coloro che seguono attentamente le problematiche energetiche (non solo regionali!), ma indubbiamente la tesi di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci risultava interessante e suggestiva per la maggioranza dei cittadini che non possono approfondire la problematica.
Qui sta, secondo noi, la scorrettezza intellettuale di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci: nel sostenere la realizzazione delle nuove centrali API essi hanno blandito il desiderio di tanti cittadini di veder progressivamente scomparire quello che ormai percepiscono chiaramente: linquinante, insalubre ed economicamente devastante raffinazione e dipendenza del petrolio!
Con le sue parole lA.D. dellAPI non poteva essere più chiaro sullargomento e, nello stesso tempo, ha rivelato uno dei contenuti della pancia del Cavallo di Troia: prima si sfruttano le fonti fossili finchè ce ne saranno e poi si vedrà.
LE LAMPADINE, GLI SCARTI DEL PETROLIO ASSIMILATI A SOLE E VENTO
E I CONTI IN TASCA A BRACHETTI PERETTI!
Perché lItalia è uno degli ultimi tra i paesi europei a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili e tra i primi a produrla dal petrolio (e suoi scarti) e metano?
Aldo Brachetti Peretti, che ha regalato le lampadine a risparmio energetico agli studenti falconaresi, possiede una delle motivazioni in casa, anzi a casa dei Falconaresi!
La centrale elettrica IGCC da 250 Mw di Aldo Brachetti Peretti - entrata in funzione nel 1999 - brucia il tar, scarto bitumioso della lavorazione del petrolio, il quale è stato ASSIMILATO ad una fonte rinnovabile.
Quindi la centrale elettrica IGCC che usa il tar per produrre energia elettrica viene incentivata come se usasse il sole o il vento!
Questo marchingegno smaccatamente a favore dei petrolieri è stato attivato nel 1992 dal Comitato Interministeriale Prezzi (provvedimento CIP 6) il quale stravolse la decisione del governo di agevolare la costruzione di centrali elettriche che usassero fonti rinnovabili. Lagevolazione per chi avrebbe usato le fonti rinnovabili e scandalosamente estesa anche alle assimilate come il tar che brucia lAPI - consisteva nella garanzia che lENEL avrebbe comperato ad un prezzo più alto lelettricità prodotta da fonti rinnovabili, prezzo più alto finanziato attraverso le bollette dei cittadini (voce A3 della bolletta).
Quanto ci sta guadagnando lAPI con questo sistema?
E soprattutto, quanta di quella agevolazione che avrebbe dovuto andare alle vere fonti rinnovabili è stata catturata dallAPI con il suo scarto bituminoso del petrolio trasformato magicamente dal CIP 6 in qualcosa di simile al sole ed al vento?
Secondo la Relazione del Gruppo di Studio attivato dalla Provincia di Ancona nel 1995 la centrale IGCC dellAPI che brucia i residui bituminosi della lavorazione del petrolio produce 1 Kwh di energia elettrica al costo di 46 £ (37 per il combustibile e 9 per i costi di esercizio). Il prezzo di vendita allENEL dellenergia elettrica - a causa del provvedimento governativo CIP 6 è pari a 122 £/Kwh. Il Gruppo di Studio valutò quindi che quando nel 1999 entrò in funzione la centrale elettrica IGCC per lAPI lutile specifico è pari a 76 £/Kwh (122 £ 46 £) ottenendo così un utile annuo sulla vendita dellenergia che ammonta a circa £ 110 miliardi di lire.
Un paradosso ulteriore della assimilazione degli scarti del petrolio al sole ed al vento è che più cresce il prezzo del petrolio maggiore è il contributo che lo stato riconosce a quel tipo di impianti!
Ma cè di più!
Linchiesta pubblicata nel n° 75 di ALTRECONOMIA (Settembre 2006) ha calcolato per la famiglia Brachetti Peretti almeno 150 milioni di uro in sovvenzioni CIP 6 su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di uro e utili di 96 milioni di uro!
A CAVAL DONATO E MEGLIO GUARDARE IN BOCCA!
Un impianto fotovoltaico per la produzione dellenergia elettrica necessaria al fabbisogno di una abitazione costa - al privato cittadino - circa 20.000 .
Con 150 milioni di annui destinati alle fonti veramente rinnovabili si potrebbero costruire ed installare circa 7.500 impianti fotovoltaici per abitazioni civili per la produzione dellenergia elettrica.
Se consideriamo che nella città di Falconara Marittima sono censite 12.004 abitazioni possiamo ritenere che con un anno e mezzo di sovvenzioni CIP 6 che la centrale IGCC dellAPI incassa si sarebbero potute solarizzare tutte le abitazioni civili di Falconara che sarebbero diventate produttrici e consumatrici di energia elettrica.
Non solo: con la somma delle sovvenzioni incassate negli ultimi sei anni dalla centrale API che brucia tar assimilato al sole e al vento si sarebbero potute solarizzare altre tre città della grandezza di Falconara Marittima!
Qualcuno ha la volontà politica di quantificare la grande quantità di lavoro specializzato, pulito e non a rischio che si sarebbe messo in moto (e si potrebbe attivare anche adesso)?
Qualcuno egregi Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci ha quantificato quanto minor impatto ambientale ci sarebbe stato e ci sarà rispetto a quanto emesso dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili (come quelle a metano e gpl che vorrebbe costruire lAPI)?
Non è forse compito vostro dato che ve lo ricordiamo associandoci allamico Beppe Grillo siete nostri dipendenti?
Fatti ecco cosa racconteremo ha dichiarato lAD Brunetti alla vigilia di APIncontra In realtà non ci risulta che i vertici dellAPI abbiano dato le informazioni di cui sopra agli studenti ed a coloro ai quali hanno regalato le lampadine a risparmio energetico!
Non ci risulta che i vertici dellAPI abbiano detto ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti delle scuole falconaresi che dal 1992 ad oggi, soltanto 6 dei circa 30 miliardi di Euro che abbiamo pagato di tasca nostra per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili sono serviti per supportare le energie pulite!
Buona parte degli altri 24 miliardi ha invece gonfiato i ricavi di note aziende petrolifere che bruciavano (e bruciano) gli scarti della loro produzione (che è anche la parte più inquinante) per produrre energia elettrica!
ALLORA, QUANTO VALGONO QUELLE LAMPADE REGALATE DALLAPI?