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Incontri / Raduni / Competizioni / Avvenimenti => Reports => Discussione aperta da: Felino68 il Gennaio 17, 2012, 19:24:35 PM

Titolo: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 17, 2012, 19:24:35 PM
                                     Il viaggio della vita - L' Africa di un terrone mezzosangue.
           Le storie, le impressioni, l' introspezione e le immagini, di un pesce fuor d' acqua al
  7° Desert Tour in Tunisia di Xr-Italia.com  ed  Avventure Offroad. Dicembre 2011 - Gennaio 2012.

  La storia inizia con un ragazzo che riesce ad estorcere a suo padre un vespone a diciassette anni, vincendo una scommessa scolastica.
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  Uno sciagurato fratello maggiore un giorno decide di barattare quel vespone con un immondo Morini Canguro 350, un vomito, ma comunque un passo avanti. Sempre quello scellerato fratello incappa casualmente in un Cagiva Elefant 650, prima serie. Il pivello abbagliato da tanta stazza rinuncia al facile Morini pur di cavalcare, nonostante non ne avesse l' età, questo prodigioso bestione.
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  Era il periodo in cui la Cagiva investiva molto nella Parigi-Dakar, e di li a poco l' Elefant commerciale inizio ad acquisire la livrea della Lucky Strike, aumentare la cilindrata, carenatura integrale ed a plagiare la mente di quel ragazzo innocente, che visse tutti gli anni del dominio italiano alle Dakar come se fosse lui in sella.
  Al traguardo dei quarant' anni, in piena crisi di mezza età, questo "ragazzo" che per comodità chiameremo "Felino68" si imbattè, on line, in una Honda xr 650 di uno che abitava dalle sue parti in Terronia. Detto fatto, quando andò a ritirare il suo nuovo cavallo, il tale che glielo vendette disse di non preoccuparsi perché per qualunque problema avesse avuto il mezzo, c' era un sito dedicato in cui avrebbe trovato tutte le risposte, ed intanto riempiva il pick up di Felino con gomme tassellate usate, paracolpi d' alluminio pesante con borraccia incorporata, serbatoio maggiorato, leve di ricambio ed altro ancora, tutto compreso nel prezzo. Tra questa e quella chiacchiera il tipo diceva di aver viaggiato molto con le altre sue moto, ed di aver anche cavalcato le dune con la sua Africa Twin. Beh disse tra se e se l' ignaro micio, se lui c' è andato col bicilindrico col monocilindrico sarà una passeggiata !
  Di li a poco l' avviamento elettrico del porco si scassò, e Felino inizio a smanettare su quel fantomatico sito in cerca di risposte. Da neofita inizio a guardare in giro finché per caso si imbatté in due magiche paroline "Desert Tour". Con gli occhi sgranati, ammirò incredulo, le gesta dei titani : Webmaster, Chef Mariò, Jil, DocMarco62, Duga84, Il Furiano, Vicepresidente, Jago, Gogo, e rimase estasiato dai racconti epici del novello Omero, Fred Krueger, sognando ad occhi aperti di poter un giorno anche lui provare quelle sensazioni.
  Un tale giorno lo Chef scrisse che si poteva fare un giretto easy da Ksar Ghilane in quattro giorni ed assaporare di nuovo le sabbie dopo la primavera araba. In punta di piedi non osando destare le ire dei titani sopiti, Felino si inserì nel gruppo chiedendo se si potesse aggregare. Richiesta ignorata per oltre 15 giorni, in cui Felino non sapeva cosa fare ne cosa pensare. Sarò troppo terrone per costoro ? Sarò troppo vecchio ? Ma ce ne sono di più anziani però ! Gli starò antipatico ! Felino per un attimo credette che il suo folle sogno si fosse infranto, quando prendendo il coraggio a due mani sollecitò una risposta. E li iniziarono i cazzi !
  Da buon don Chisciotte incosciente, inizio a cercare uno scudiero che gli potesse dare una mano in caso di difficoltà. Quasi per caso il cugino Giovanni, che in quei giorni stava ristrutturando la sua casa in campagna, tra un consiglio architettonico ed una presa per i fondelli, si appassionò al progetto. E' fatta. Si parte.

  26 dicembre 2011, ore 05,15 sveglia. Sulla strada per Salerno è prevista pioggia e neve per cui il caro amico meccanico Liborio, mette a disposizione il furgone di un' altro, per trasportarmi al porto con la moto. Di pioggia e neve, manco a dirlo, nemmeno l' ombra. Giovanni seguiva con il Rav pieno di bagagli, completamente allo scuro dei dettagli di questa avventura. Saluti e baci al casello, splendido sole, primo viaggio in nave per me, felici come due bimbi, ci imbarchiamo incoscienti alla volta dell' AFRICA.
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  L' esplorazione della nave Catania, per me è stata d' obbligo, dato che da piccolo quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, dicevo sempre l' ingegnere navale, ma alla fine ho fatto il vaccaro. Giovanni invece, subito in tenuta da notte, cerca di capire come fare a passare queste 24 ore di pallosissima traversata che abbiamo davanti.
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  Rigirando tra le mani il suo Blackberry o giù di lì, gli viene l' idea geniale. Il report vocale. Come due deficienti con la ridarella, due volte al giorno, registriamo i fatti salienti ed i dettagli del periodo trascorso.
  Siamo alle ferie natalizie e la nave è stracarica di tunisini che tornano casa, stranamente tutti in auto, anche non marcianti, e di carovane di vacanzieri off-road tutti in auto tranne tre. Io e due Giessisti uno 800 ed uno 1200.
  Mare tutto sommato buono, ma non riuscendo a stare in cella, spesso vagavo per il carcere sovraffollato in cerca di anfratti nuovi. La triste constatazione è stata che in nessun posto avrei potuto poggiare le natiche se non nella mia cuccetta. Tutta la nave, ristorante, corridoi, scale, bar e spazi comuni compresi, era un lazzaretto di manzoniana memoria. Risultato, 24 ore di digiuno non potendo poggiare il vassoio da nessuna parte. Poco male, siamo sovrappeso e di nuovo in cella a nanna.

  27 dicembre, mattino presto dopo lo scalo a Palermo, decido che è ora di fare colazione. Circa due ore e mezza di fila concitata per ottenere i due cornetti e i due cappuccini, che ci siamo goduti, ovviamente, in cella. Nella bolgia mattutina vengo fermato da due tunisini, che scopro essere Mohamed e Sla. Un mio ex dipendente ed un suo amico che conoscevo. Chiacchierando viene fuori che il primo gennaio 2012 in Libia entra in vigore una legge che vieta l' importazione di autovetture di età superiore ai cinque anni. Ora capisco dove andranno a finire tutte quelle carcasse a quattro ruote caricate sulla nave. Stiamo attraccando al porto di La Goulette quando all' improvviso un brivido mi corre per tutta la schiena. Dal minareto vicino al porto parte il richiamo alla preghiera dei mussulmani. Siamo in Africa ! Non mi è dispiaciuto quel canto, l' ho interpretato semplicemente come il benvenuto di una cultura diversa dalla nostra.
 Sbarchiamo, tutto ganzo difronte ai due Giessisti, mi appresto a scalciare per accendere il porco. Niente da fare. All' improvviso una fucilata rimbomba tra le lamiere del ponte 3 e li ormai sono sicuro.......che la figura di merda è fatta. Loro spingono il bottoncino e vanno, io spingo la moto e scendo. Venti minuti di sudore, bestemmie in italiano, così non mi capiscono, la batteria della moto a terra, altri due spari sulla banchina, ma alla fine vinco io. Pratiche doganali da paura, Giovanni sgancia 20 euro al doganiere per non vedersi il Rav smontato e finalmente.........inizia a piovere !
  Esco dai cancelli e non trovo ne Azaiez ne Mahmoud, altri due dipendenti in ferie, che mi aspettavano. Faccio un pò di giri li vicino, in piedi in moto, un tipo si braccia, mi avvicino e mi chiede in francese se gli volevo vendere la moto da portare in Libia. Volevano anche il Rav. Trovati finalmente Azaiez e Mahmoud, facciamo carovana da Tunisi ad Hammamet sotto l'acqua sfrecciando in autostrada a 100 all' ora con le Michelin Desert. Ripensandoci mi cago addosso.
Arriviamo a notte fatta al Mouradi Hammamet, io, tutto pisciluno, allago lo splendido salone dell' hotel, ceniamo in quattro in hotel e fine della giornata.

  28 dicembre, sveglia con comodo, ca**o questo hotel occupa un intero isolato ed e fornito di tutto. Piscine, solarium, centro benessere, bar, ristoranti, discoteca, saloni, palestra, negozi, salone per i tattoo, musica araba dal vivo, campi da tennis ed escort coi tacchi rossi a spillo da paura.
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Decidiamo di fare visita ai due dipendenti a Menzel Temime. Viaggio verso Nord sull' "Adriatica" fino alla "Pianura Padana" che è come il Salento. Scopriamo un' Africa quotidiana apparentemente operosa che si muove quasi tutta su vecchi Peugeot 404 pick up che sembrano le macchine americane di Cuba.
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  Visitiamo le loro case, ci deliziamo del fatto che non hanno ne acquedotto ne fogna ne riscaldamento ne ICI, pilastri standard 15x25, ed immondizia un pò dappertutto. Il pranzo delizioso viene servito in salotto ma.....i commensali siamo solo noi quattro. Donne e bambini "Via in cucina". Il paradiso !
Antipasto con bric a l'euf, cus cus, insalata e frutta di stagione, caffè aromatizzato alle rose con pasticcini secchi alle mandorle e miele. Da favola. Profumi e sapori che non sono nostri, il tutto senza i capricci di chi vuole cucinare roba che la natura non fornisce in quel momento.
Al ritorno il pomeriggio visita al mercato, per turisti, di Nabeul, dove un negoziante di nome Sofiane, una zecca : "du idaliano, anghe io idaliano, forza iuve, vaffangulo, eh amigo vaffangulo". E Giovanni : "ma vaffanculo tu ".
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  Decidiamo di perderci per i vicoli laterali del mercato dove le botteghe diventano autentiche ma ad un certo punto....ci siamo persi. Panico. Per fortuna il mio senso dell' orientamento non ci ha traditi ed abbiamo riguadagnato il Rav. A buio già fatto, corsa ad Hammamet dove aspettavamo la truppa che arrivava da Zena.  Sbirciando dietro il cancello del parcheggio dell' hotel, avvolti da una aura celestiale, in tutta la loro maestosa imponenza scorgo Webmaster, Chef Mariò e Jil. Con un pò di soggezione, piccolo piccolo, mi avvicino e timidamente dico :  "Webmaster ?". E Giove tonante dall' alto dell' Olimpo replica : "Felinoooo ! ". Fiuù. Il ghiaccio è rotto. Mi aspettavo una saetta ! Dopo  cena ci ritroviamo nel bar dell' hotel e fraternizziamo con una parte del gruppo. Enrico, io, Giovanni, Vanessa, Nico, Bibo, l' autista del Patrol con 40 cv a ruota comprese le due di scorta, Marcello, Jil, Cosetta e Webbo.
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  Giro a piedi per Yasmine Hammamet, spiaggia compresa e ci vediamo domani.

  29 dicembre, colazione, carichiamo il mio BRP sul carrello di Mario e via per Douz. Li ci rendiamo conto di quanto vasta ed eterogenea sia la carovana. Tredici mezzi a  quattro ruote ed undici moto trasportate. La discesa verso sud  porta come novità, la vegetazione che si dirada, niente più orti ed olivi e la comparsa di sabbia con arbusti. Molta più immondizia, generalmente plastica.
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  Sosta per pranzo in un ristorante carne e pesce niente male, tranne che per le solite zaffate di pozzo nero provenienti dal retro.
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  Ciapati45, il panino completo della casa, Coca Cola e té alla menta. Nu babà !
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  Ripartiamo, e frequenti diventano questi capanni con i velli di pecora appesi.
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  Sono delle grill house. Entri gli dici che pezzo vuoi che ti arrostiscano, uccidono la pecora, te la scuoiano davanti agli occhi, prelevano il pezzo, lo cuociono e buon appetito a chi non è debole di stomaco. Mò quasi quasi chiamo il NAS. Venditori ai margini delle strade con muri di taniche colorate di carburante di contrabbando proveniente dalla Libia, lattine di olio d' oliva e di olive in salamoia, capanni che vendono datteri freschi, un uomo vende due tacchini in autostrada.
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  Lasciamo la via principale per iniziare ad addentrarci ad Ovest. Mario davanti a tutti, io e Giovanni subito dietro. Mario svolta a destra si ferma sempre a destra sotto un muro bianco, noi dietro di lui. Si sentono dei fischi tipo il fischietto dell' arbitro di calcio. Mario si guarda in giro, alza le mani, si ferma, poi si mette in macchina e riparte. Nella garitta appesa al muro della caserma, un militare si agitava puntando prima a Mario e poi a noi il suo AUG. Grande cagotto ! Ci addentriamo verso un' Africa che inizia a prendere sempre più le sembianze di quello che uno sì aspetta. La posso paragonare ad una periferia urbana senza urbanizzazioni di alcun genere, ne piano regolatore, con costruzioni basse.
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  Il paesaggio diventa sempre più ostile. Vedute mozzafiato e pisciata collettiva al tramonto.
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  Arriviamo al Tuareg a Douz.
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  Dopo il cinque stelle di Hammamet, questo sembra una stamberga ! Cena briefing, nel quale mi rendo conto che questa non è roba per me. Sono molto preoccupato. Come me un ragazzo padovano che sembra la mia fotocopia. Tomas. Sovrappeso come me, prima esperienza come me, sposato con due figli come me, in preda alla strizza come me. Non ho intenzione di perdermi nel deserto, salire sulla duna vicina più alta, strappare il fianchetto dalla moto ed incendiarlo per farmi vedere. Uagliò, io l' XR me lo sono sudato e non per dargli fuoco ! Per dimenticare queste paure, io, Giovanni, Enrico, Jil, Bibo, Vanessa e Cosetta andiamo in un locale di Douz a bere il tè alla menta. Il proprietario un bellissimo tunisino con gli occhi azzurri, che parlava toscano stretto.  
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  30 dicembre, arriva il gran giorno. Concitazione generale nel parcheggio.
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Chi tira giù le moto, chi già le ha accese, chi si veste, chi fotografa, Giovanni prende dimestichezza con un quad che sembra un paperino (ciclomotore 2T 50cc con variatore tipo Motobecane) sfiatato, con sua grande rabbia, i macchinari che fanno gli ultimi preparativi, Aref è già arrivato con gli altri due pick up d' appoggio, ed ora tocca a me. Vestito da pagliaccio, sotto lo sguardo vigile e severo di Andrea ed Enrico, gli altri due xristi 650, mi accingo ad avviare il porco. Porca merda e se ora mi succede quello che è successo al porto ? Ora faccio la procedura così come l' ha descritta il Webbo nel sito, così faccio pure vedere che ho studiato. Aria tutta tirata un calcio. Decompressore tirato, aria chiusa e cinque calci. Calcio di avviamento e.......niente. Secondo calcio....e niente. O ca**o. I due docenti si fanno scuri in volto. Gioco l' ultima carta. Aria a metà e calcio. Parte. Mi attacco alla manopola del gas così che non si spenga più. I due prof. si guardano, annuiscono e passano oltre. Esame superato.
  In carovana ci muoviamo per andare al distributore e fare il pieno, tutti, macchine moto e quad. Regoliamo la pressione delle gomme e via. Un ragazzo di Douz si pavoneggia davanti alla nostra carovana ferma facendo le penne col suo motard.
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  E noi con aria di sufficienza : "Pfui, fa tutto il ganzo, ma lui non sa cosa stiamo andando a fare noi". Mi sa che lui lo sapesse, per questo si è fatto il motard e resta sull' asfalto! Ci muoviamo, attraversiamo Douz, poi dirigiamo a Sud verso una piantagione di palme da dattero e poi deviamo dall' asfalto verso la pista a sinistra. Nei due sensi di marcia cammelli e carretti trainati da asini, carichi di donne e bambini festosi.
  Inizia la pista sabbiosa, inizia l'avventura e....badabam. Felino vince la coppa per la prima caduta al Desert Tuor. ca**o ma l' avevo scritto che avevo bisogno di un tutorial per la guida sulla sabbia. Non ti preoccupare, mentre vai impari, mi fu scritto. Cielo dietro di me subito si ferma e chiede se tutto fosse ok. La caduta era innocua, il vestito da pagliaccio ha funzionato bene e la sabbia era soffice. Il morale invece è rimasto a terra sotto la moto. Webbo impietoso, scatta subito una foto.
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  Arriva Mario tutto incazzato per la prima perdita di tempo, mi redarguisce : "Tieni il culo sulla targa ! " Ma per quanto chiappone, fino a li non ci arrivo proprio. Rimonto ed inizio ad andare. La moto va, sul culo mi si imprimono i caratteri della targa,  e la moto va, va che è un piacere. Dio come è difficile, quanto precaria è questa condizione, quante variabili non controllabili ci sono in gioco, ma quanto è bello. Dio che avventura.
  Giovanni non lo vedo ma so che è dietro di me. Ogni volta che rallento mi sorpassa. Va bene così. In questo viaggio ho sempre fatto da navigatore, ma c'è un problema. Ma dove minchia dobbiamo andare ? Seguite la pista è stato detto. La pista è pesantemente segnata dalle carreggiate profonde delle auto e diverse vie alternativa si aprono a destra e sinistra. Il modo più sicuro per chi non sa dove andare è restare sulla pista principale. Ma le carreggiate delle auto sono il peggior nemico dei motociclisti. Stringo i denti aumento la velocità. Sul culo si può leggere anche la provincia di provenienza, acquisto fiducia ma non mi rilasso, delle curve in successione con sali scendi, carreggiate esagerate e........badabam. Il morale è di nuovo incastrato sotto la moto. Giovanni subito si ferma e mi aiuta a rialzare la moto. Tutto ok. Come nelle migliori scuole, si passa alla difficoltà successiva. Se non vuoi affogare nelle carreggiate degli altri, apriti una strada parallela. Ma la paura di allontanarsi dalla retta via è tanta. Decido di allontanarmi, ma poco poco. Giusto sulle dunette adiacenti.
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  Scavalco, la moto vola, ok, ancora un'altra, un' altro volo, la moto atterra sulla ruota davanti, i piedi mi si sollevano dalle padane, ma per fortuna la merda si era rappresa tra culo e parafango e non sono volato via, la moto inizia ad andare dove vuole lei in un crescendo di sbandate salti e deviazioni repentine. Dulcis in fundo Giovanni nella mia stessa condizione con il quad, mi taglia la strada e per un pelo non lo becco. Mi fermo tiro un sospiro di sollievo. Avete presente le reclute mandate al macello in trincea ? Chiedo a qualcuno, non so neanche a chi, "ma quando ci fermiamo ?". " Più avanti c'è il Caffè la Porte du Desert, ci fermiamo lì ". Rincuorato riprendo, sembra che tutto proceda bene, cado ancora ma poca roba, il terreno a tratti diventa sassoso e li mi posso sedere e riposare. Finalmente arriviamo al Caffè, Giovanni poco dietro di me. Bene ora mi riposo un po, mi prendo il tanto agognato tè alla menta e faccio qualche foto. La mia faccia tradisce la mia stanchezza e la mia tensione.
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Ma anche Webbo sembra stanco.
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  Bene, raccolgo le idee.......e qualcuno inizia a gridare : "In marcia, siamo in ritardo". Ma come, sono appena arrivato, sono morto, il tè ? Di nuovo in sella. Questa volta la pista è più clemente. Più rocciosa e si può andare meglio. Gli amici del Nord-Est con i Ktm si vede che sono a loro agio su questa superficie perché vanno molto spediti ed impostati.
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  Dico "meglio il sasso che la sabbia", quando il fondo diventa una sassaia maledetta, aguzza, pericolosissima in caso di caduta. Trema tutto. Decido di rallentare, ma le macchine mi sorpassano. Non va bene. Mi impongo di stare davanti a loro e pian piano recupero, fino a che non arriva la manna dal cielo. Un bel nastro d' asfalto nei pressi del parco del Jebil. Mi riposo finalmente. Continuiamo a circumnavigare il parco in attesa del primo ristoro. Lo vediamo, ma subito prima dello spiazzo, insidioso un salitone tutta sabbia, una mezza duna. Chi è già arrivato, si è già piazzato in altura a fare foto. Sono tra gli ultimi ovviamente ed è tutto pieno di tracce. Sono atterrito, non so da dove salire. Mi invento un percorso e.....badabam. La ruota si infila nella sabbia e quasi cappotto. Nulla di che. Chi ha assistito alla caduta, forse Alberto, mi spiega l' errore e mi aiuta a rigirare la moto. Riparto ed agevolmente arrivo al campo. Ma il morale è rimasto a terra in fondo alla salita.
  Primo pasto nel deserto. Nuova esperienza. Si entra in queste quattro mura con tetto, e pavimento di sabbia, con le stuoie posate lungo i muri a ferro di cavallo. Le guide tunisine erano intente ad arrostire carne, accompagnata da insalata mista  di ortaggi di stagione. Seduti sulle stuoie abbiamo consumato rapidamente il pasto.
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  Bibo consigliava di non appesantìrsi col cibo, e quanto aveva ragione. Prima di partire sempre Bibo mi spiegava quale fosse la postura corretta in piedi sulla moto. Partiamo, ma per me è stata una vera sofferenza. La concentrazione era scarsa e le forze poche. Abbiocco postprandiano bastardo. Per fortuna il primo tratto era un piattone duro ma veloce. Non potendo sedermi stavo culo indietro. Bibo mi affianca e mima la mia posizione col culo a poppa, e mi mostra come correggerla. Grazie Bibo, ma il troppo stare in posizione piegata mi ha fatto montare un gran mal di schiena, e purtroppo per me la posizione corretta non me lo allevia. Stringo i denti ma sono molto provato. Il continuo inseguire ed il non sapere dove andare mi aumentano lo stress. Sembra una corsa non un tour. La meta oggi dovrebbe essere il monte Tembaine, ma siamo immensamente lontani. Non so quanto sia durato quel piattone. So soltanto che ad un bel momento trovo davanti l' altra mezza duna (quella dell' ultima caduta) ma stavolta in discesa. La traccia principale era massacrata, invento. Scendo giù, poi salgo sulla dunetta successiva e una volta scollinato scopro che questa si chiude a ferro di cavallo davanti a me. La via d' uscita a destra era sbarrata da un pietrone che sembra quello incastrato nel fianco della Costa Concordia ed ancora più a destra un grosso arbusto di erba cammello. Decido di provare a scalare la dunetta ma mi ficco nel catino e .......badabam. Davanti a me una infinita successione disordinata di dune in salita.
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  In men che non si dica mi ritrovo attorniato da Jil che dice che sarei dovuto passare tra la pietra e la duna (gulp !), Bibo,Tomas, Enrico, Webbo, Giovanni e Vanessa che non ho capito da dove fosse sbucata, ma meglio così perché e lei che ha fatto le foto di questo evento.
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  Questo è il Punto Felino - Lat 32° 58' 32,88" N - Lon 9° 8? 28,32" E - . Io in moto sono arrivato fino qui.
  In quel momento non volevo altro che mollare, mi tolgo il casco e comunico la mia decisione. Ora posso dire di essere stato avventato. Rimuginando quel momento, mi rendo conto di non aver ben interpretato il tour. Tutti avevano una fretta forsennata perché si erano prefissati la meta troppo ambiziosa di Bir Aouine. Il primo tratto di pista era da tutti conosciuto e quindi hanno ritenuto superfluo affiancare la guida alle moto, come poi invece è stato stabilito. Non ho saputo leggere quanto provati fossero anche gli altri, in special modo Tomas e Webbo.
(http://img820.imageshack.us/img820/811/15496521.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/820/15496521.jpg/)
  Siamo rimasti li tutti insieme in attesa della scopa per molto tempo, e quando le moto si sono mosse per raggiungere il campo che era lì a pochi chilometri, vedendo Tomas che seguiva tutti, sentendo che le forze mi erano tornate ho subito capito di aver fatto la scelta sbagliata. Ma ormai il meccanismo si era messo in moto. Decidiamo di riportare la moto a Douz, per fortuna ! Nel pick up con Aref raggiungiamo l' hotel Touareg, li mi metto in abiti civili, ricoveriamo la moto, e ci facciamo il deserto di notte. Inquietante. Inizio a gustarmi questa nuova condizione di passeggero. In questa andata e ritorno non mi capacito di quanta strada ho percorso in moto e di quanto bastarda fosse vista dall' auto. Sono circa 80 km. Per me va bene così. Trovo il campo già montato tra Tembaine ed El Klikha, con le auto messe in cerchio e tutte le tende all' interno. Aspettavo solo l' attacco  dei Sioux a cavallo.
(http://img52.imageshack.us/img52/1249/21478077.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/52/21478077.jpg/)
  Report serale con Giovanni, in cui mi dice che dopo avermi lasciato, i motociclisti si sono persi nella ricerca del campo. Qui stasera stranamente non si riesce a dormire. Le tende sono così vicine che si sente quello che russa, quello che parla, quello che si agita, quello che scorreggia. Da morire dal ridere. Beh, del resto per me questa è anche la prima esperienza di campeggio.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: gpsmax il Gennaio 17, 2012, 22:10:20 PM
... forse come motociclista non sei bravo quanto come reportista, ma va bene così...

... davvero un bel report, Felino... ho goduto molto nel leggerlo, e mi ci sono riconosciuto al mio primo viaggio... belle sensazioni...

... e poi, ad andare in moto si può imparare, anche a forza di culate...

ma a raccontare le cose come hai fatto, ci si deve nascere.

8)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 17, 2012, 22:21:49 PM
  Grazie gpsmax. Se mia moglie non mi caccia di casa, ho intenzione comunque di riprovarci.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Rai67 il Gennaio 17, 2012, 22:35:18 PM
SPETTACOLO!!!!!!!!!!!!!!!!! Dai mitragliaci di foto!!!
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 17, 2012, 23:09:49 PM
cosa tocca fare, ci si spaccia pure per stanchi pur di tirar su il morale agli amici.  :P
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: RAZZO il Gennaio 17, 2012, 23:11:45 PM
Bel racconto Felino ..... mi sembrava di essere io al tuo posto.  :P :P

Razzo
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: battist83 il Gennaio 17, 2012, 23:26:52 PM
"Stringo i denti aumento la velocità. Sul culo si può leggere anche la provincia di provenienza...." Ahahahahah!!!
Ma Felino toglimi una curiosità: la tua decisione di fermarsi, era legata più alla paura o all'inesperienza?
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 17, 2012, 23:28:33 PM
ocio che Battist' vorrebbe provare con la moto la prossima volta .... sbologniamolo ad un altro toru operator !!!!  :D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: luigiv66 il Gennaio 18, 2012, 10:33:39 AM
Citazione di: Felino68 il Gennaio 17, 2012, 19:24:35 PM
                                   

.... Dulcis in fundo Ma anche Webbo sembra stanco.
....
........Non ho saputo leggere quanto provati fossero anche gli altri, in special modo Tomas e Webbo.
.....

"Stanco" e "provato" il Webbo??
Non penso proprio!!
:)


Coraggio Felino, l'inizio è stato duro per tutti.
Basta insistere. ;)



:)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Lu il Gennaio 18, 2012, 12:43:44 PM
E come si dice qui : brao, te si stà brao!! ;D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 18, 2012, 13:30:49 PM
   @ battist83 : al dolore fisico ed allo stress mentale. L' esperienza, è vero, si affina caduta dopo caduta. Il dolore fisico era più che altro alla schiena. Lo stress mentale era dovuto alla fatica, causa abbiocco, ed al ritmo troppo elevato per me, che non riuscivo a sostenere.
Il mio tour ideale era quello saltato ad ottobre con tappe a margherita intorno a Ksar Ghilane. Li si sarebbe potuta gestire una crisi in modo migliore. Credo che la ricetta ideale, per uno che non ha esperienza, sia vedere il punto di arrivo o comunque avere ben chiaro dove andare, e non avere nessuna fretta nel raggiungerlo, rispettando il passo che uno si sente di tenere. Ma si sa, quando si è in gruppo..........
   @ luigiv66 : devo confessarlo. Webbo è una roccia. Gioventù granitica di un' epoca che non c'è più. Sono stato cattivo perché mi ha fotografato quando sono caduto.  >:(          :D :D :D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: blackman il Gennaio 18, 2012, 16:55:53 PM
bellissimo report felino, grande, ma non è finito vero? dai dimmi che continua, daiiiii ::)Voglio sapere 4 giorni in auto tu e Tomas cosa vi siete detti ;D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Mura il Gennaio 18, 2012, 18:13:02 PM
Citazione di: Webmaster il Gennaio 17, 2012, 23:28:33 PM
ocio che Battist' vorrebbe provare con la moto la prossima volta .... sbologniamolo ad un altro toru operator !!!!  :D

:dente: :lol2:
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: zikigiovanni il Gennaio 18, 2012, 19:21:26 PM
felino bellissimo racconto,un'esperienza che non dimenticherai mai...complimenti a tutti .....;)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Rai67 il Gennaio 18, 2012, 19:27:59 PM
Citazione di: Felino68 il Gennaio 18, 2012, 13:30:49 PM
      @ luigiv66 : devo confessarlo. Webbo è una roccia. Gioventù granitica di un' epoca che non c'è più. Sono stato cattivo perché mi ha fotografato quando sono caduto.  >:(          :D :D :D
questo lo sappiamo infatti Felino hai sbagliato, dovevi solo caricare a mo di zaino la tua moto sulle spalle del webbo, e tu montavi sul suo manubrio ....e così finivi il giro!!! tanto il web manco se ne accorgeva!!!! ;) ;) ;) ;) ;) ;)
si il tuo giro era quello di ottobre  ;) ;) ;) ;)
comunque complimenti gran bel giro
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 18, 2012, 22:05:37 PM
   Non è finito non temete. Ciao Blackman. Facci sapere anche tu qualcosa sulla tua esperienza da passeggero.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: gpsmax il Gennaio 18, 2012, 23:57:30 PM
consolati. l'unica volta che sono andato in Africa con un turo peretor uno alla partenza si è presentato con un Dominator nero aerografato con le palme e i cammelli su serbatoio e cupolino, frecce e specchietti e gommini sulle pedane.

si è spappolato un menisco a neanche 300 km (di asfalto) da Tunisi, il primo giorno. attraversando un linguone di sabbia sulla pista, saranno stati si e no venti metri, poco prima di Sidi Aich, scendendo verso Gafsa. non eravamo nemmeno entrati nel deserto, sembrava la Puglia...

qualche anno dopo, ha finito l'italiano motorally in centro classifica. che vuol dire che piano non andava. e si era meritato di chiamarsi "il Caimano"... ma questa sarebbe un'altra storia.

... sotto col report, l'aperitivo era ottimo...

8)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: blackman il Gennaio 19, 2012, 09:56:31 AM
Citazione di: Felino68 il Gennaio 18, 2012, 22:05:37 PM
  Non è finito non temete. Ciao Blackman. Facci sapere anche tu qualcosa sulla tua esperienza da passeggero.
Bè la mia esperienza da passeggero non poteva che essere positiva, visto il pilota che avevo ;D cmq a me è piaciuto molto tutto il giro e ad essere sincero in auto ci si gode molto di più il paesaggio rispetto alla  moto che devi sempre guardare dove metti le ruote, sicuramente per quanto mi riguarda la prox volta cercherò di andarci in auto ovviamente non il giro fatto quest'anno ma una cosa un po piu semplice, non vorrei passare 5 giorni come il pick up l200 che era con noi ;D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 19, 2012, 09:59:16 AM
   31 dicembre. Aria frizzantina, tutti 'sti motociclisti che sfaccendano, si vestono fanno rumore con le loro motorette....... Nella frenesia mattutina girando tra i miei ex colleghi, incrocio lo sguardo di Tomas già con il casco che mi annuisce. Mi gusto i gesti quotidiani delle guide che smontano il campo, col falò finale delle immondizie di natura non organica.  
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Da questo momento faccio da scudiero a Giovanni. Sono in macchina con Aref il capo guida. Mi sento sempre un motociclista, ma non vengo più accettato come prima. Sono un ibrido. Vengo investito da Mario del compito di fare da ponte radio tra i motociclisti, che da oggi viaggiano davanti a tutti insieme ad Aref, e Mario che chiude la carovana. Tutto sommato non è così male.  
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  Mi gusto la guida sopraffina di Aref, un manico da paura, mi gusto i paesaggi, mi guardo le evoluzioni delle moto, fotografo, e sono il primo a scendere a terra nelle soste con la possibilità di vedere tutti gli altri. Compagno di sosta spesso è Blu, lo splendido cane del macchinaro Flavio.
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  Finalmente ora smetterò di parlare di me, e parlerò del tour. Giornata tutto sommato tranquilla. Parecchia sabbia oggi. Come riferimenti visivi alte colline rocciose.  
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  Andando tranquilli in auto, dal nulla sbucano due ragazzini che rincorrono l'auto gridando. Una bambina con lo sguardo supplicante inondato di lacrime, chiede qualcosa ma non capisco. Aref mi dice che vuole un antipiretico o comunque qualcosa per la febbre. Mi offro di darglielo io ma devo scendere a prenderlo dal borsone nel cassone del pick up. Aref dice di lasciar perdere perché l' altra guida dietro ce ne ha a portata di mano. Poco più avanti altri due bambini chiedono "Mee" agitando una tanica vuota. Acqua. Diamo loro una delle bottiglie che abbiamo in macchina.  
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  Chiedo alla guida da dove sbucassero quei bambini. Mi indica una carovana di cammelli mimetizzata tra le dune, che non avevo notato. Sono nomadi algerini che hanno sconfinato in Tunisia.
Scendiamo giù per una gola e ci fermiamo per compattare il gruppo e sgonfiare tutti le ruote. Da ora si inizia a fare sul serio, Iniziano gli insabbiamenti.  
(http://img528.imageshack.us/img528/2062/26795168.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/528/26795168.jpg/)
  Il gruppo dei motociclisti, saltando Felino che ormai è a terra,
(http://img535.imageshack.us/img535/4473/98690495.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/535/98690495.jpg/)
  è grossomodo diviso in due. Il primo gruppo e formato dall' etereo Jil (Xr 600) che sembra non aver contatto con le dune. Sale e scende in olimpica souplesse da seduto, con le gomme a tre centimetri da terra senza sollevare sabbia.  
(http://img641.imageshack.us/img641/3329/68119540.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/641/68119540.jpg/)
  Enrico70 (Xr 650) con maxi serbatoio Acerbis ed un super paramotore auto costruito in alluminio, super accessoriato con annesse cabina telefonica e toilette.
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  Bibo (Ktm 690) vincitore nella classifica a coppie e terzo nella assoluta all' ultimo TRX in Marocco, con una tecnica raffinatissima ed agilità senza pari nel gestire quel perfido motore.  
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  Webmaster (Xr 650) il domatore, il suo povero porco appena non obbediva, veniva preso per orecchie e scaraventato sulla retta via come fosse un fuscello.  
(http://img27.imageshack.us/img27/3006/43978512.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/27/43978512.jpg/)
  Giovanni (quad Can Am 250), motociclista d' esperienza con gare alle spalle, noto per aver fatto, in gioventù il salto più lungo con un Gulliver 50 che in quella occasione si ridipinse di rosso sangue, inizia a prendere dimestichezza col suo mezzo suscitando anche l' ammirazione di Aref.  
(http://img442.imageshack.us/img442/74/12422703.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/442/12422703.jpg/)
  Il secondo gruppo degli amici del Nord-Est e composto da Icio (Ktm 400), che sembra quello più in forma di tutti. Complice l' esperienza, il fisico ed una moto leggera, vola con una naturalezza ed una sfrontatezza senza uguali.  
(http://img525.imageshack.us/img525/7511/38869030520465846791368.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/525/38869030520465846791368.jpg/)
  Nicola (Ktm 640).  
(http://img607.imageshack.us/img607/8578/26366556.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/607/26366556.jpg/)
  Bostro (Xr 600) the iastmeitor. Un tipo unico. Per chi lo conosce, non si può descrivere. Per chi non lo conosce, vale la stessa cosa. Uno spasso.  
(http://img694.imageshack.us/img694/96/25596265.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/694/25596265.jpg/)
  Cielo (TT 600).  
(http://img4.imageshack.us/img4/1402/59061531.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/4/59061531.jpg/)
  Blackman (Ktm 640).  
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  Tomas (Ktm 690), una persona mite, gentile e generosa.  
(http://img37.imageshack.us/img37/5387/77570619.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/37/77570619.jpg/)
  Il fatto saliente della giornata è l' insabbiatura del motore di Bostro. Dal mio punto di vista l' ho visto ficcarsi tra due dune, e dopo molto tempo è venuto su a piedi. Poi è ridisceso giù con altri ed e venuto fuori con la moto tutta imballata ma che scoppiettava malamente. Con grande rabbia ha deciso di metterla sul pick up per evitare danni peggiori ed il giorno seguente era tutto demotivato e voleva tornare in Italia. Campo tra Dekanis el Kleb e Dekanis el Ksar. Questa volta piantando le tende, la gente si fa più guardinga. Senza dare nell' occhio cerca di capire chi sia il suo vicino e se sai russatore o no. A me capita come vicino il Webbo, che in tenda con Nico ha trovato un suo equilibrio. Ma non ha fatto i conti col Felino russatore.
(http://img37.imageshack.us/img37/8316/72393623.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/37/72393623.jpg/)
  Come un deficiente, ho piantato volutamente la tenda in leggera pendenza così da tenere la testa più alta e limitare un pò il russare. Ho passato tutta la notte come un bruco in una padella antiaderente a cercare di risalire la china. A me e Giovanni, inaspettatamente in contemporanea, arrivano le contrazioni. Decidiamo di andare a partorire. Ci allontaniamo in due sul quad, ma mentre eravamo in seduta ognuno dietro alla propria dunetta, ci vediamo sovrastare da due Ktm. Ma cacca matta, possibile che nell' immensità del deserto questi decidono di passare proprio di qua, adesso ? E' la sera di San Silvestro, i cuochi ci danno la dimostrazione di come si prepara il pane alla brace.
(http://img830.imageshack.us/img830/7616/73249777.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/830/73249777.jpg/)
  Una delizia di semplicità e ne mangio tanto. Dopo aver integrato la cena con Coca Cola, capocollo, salame, pandoro, dolcetti vari, offerti da chi se li era portati da casa, decidiamo di festeggiare il Capodanno con gli iraniani alle 21,00 di sera, con la compagnia di Orione che sorge dopo il tramonto del sole. Qualche fuoco d' artificio offerto dal Webbo e brindisi con un brutto Brut.  
(http://img853.imageshack.us/img853/9858/57153166.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/853/57153166.jpg/)
  Mario indice un referendum. Poiché abbiamo accumulato un giorno di ritardo sulla tabella di marcia, si vota se saltare Ain Ouadette per tirare verso Bir Aouine. Ma la prospettiva di una sassaia infinita al posto del bagno caldo nel deserto a Capodanno, fa pendere l'ago della bilancia verso Ain Ouadette. Per fortuna.

Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: battist83 il Gennaio 19, 2012, 13:09:27 PM
Bellissimooooooooo, continua così!!!
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: massimetto il Gennaio 19, 2012, 16:36:41 PM
bellissimo e bravissimi  :)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 19, 2012, 21:16:49 PM
  1 gennaio, il giorno dell' ecatombe. Alle 03,30 l' intestino e la vescica mi scoppiano. Temo di non farcela, non trovo la cerniera del sacco a pelo, non trovo la luce da testa, la cerniera della tenda si è ingrippata, ho paura, stringo lo sfintere, corro, vedo nel buio un' altra lucina che si muove, inciampo al buio nella sabbia, non ce la faccio più, sono troppo vicino alla macchina di Cristian e Daniela, ma è il momento. Ho solo questo pigiama. Sono salvo per un pelo.
(http://img717.imageshack.us/img717/5197/301vb.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/717/301vb.jpg/)
   Alzo gli occhi al cielo è resto impietrito. La luna è già tramontata, Orione sta tramontando, il Grande Carro troneggia al centro del cielo. Un lungo brivido mi corre per la schiena. Sono senza fiato. Non ho mai visto un cielo stellato come questo. Resto lì più di mezz' ora in contemplazione con il naso per aria, fa freddissimo. Torno in tenda ma stento a riprendere sonno. Ho le natiche tumefatte e le spalle a pezzi. Per non russare mi metto di lato, ma il materassino non è sufficiente allo scopo. Pazienza. Sonnecchio un pò poi decido di lavarmi. "Nuova salvietta multiuso senz' acqua Lines. Pulizia e freschezza in ogni situazione" ! Peccato che lo sporco invece di toglierlo, lo distribuiscano uniformemente su tutta la pelle. Mentre rassetto in silenzio la tenda, dall' oltretomba la voce del Webbo : " Felinoooo, che ore sono ?" ed io : "Le cinque e un quarto." - Traduzione : Felino della malora, porca troia, ma possibile che devi tritare i maroni a questa ca**o di ora? Micio micio, quatto quatto, resto in tenda ancora un pò fino a quando il campo non si sveglia. Emergo. Busso sulla tenda di mio cugino, notorio dormiglione : Cciiooovanni, è l' ora !
(http://img33.imageshack.us/img33/4167/302yy.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/33/302yy.jpg/)
   Sulle selle delle moto e del quad  un sottile strato di ghiaccio.
(http://img546.imageshack.us/img546/9704/303dh.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/546/303dh.jpg/)
   A colazione incrocio Webbo che con fare paterno mi fà : Eh Felino, stanotte hai fatto un pò il monello.  Traduzione - Ci t mitt arret o cust mi t' accidk ! Traduzione - se ti metti di nuovo di fianco a me t' accoppo. Ma lui non sapeva della mia copiosa produzione notturna di marmellata.
(http://img692.imageshack.us/img692/5807/304kg.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/692/304kg.jpg/)
   Siamo pronti, gironzolando tra i motociclisti, Enrico non riesce a mettere in moto.
(http://img845.imageshack.us/img845/8043/305he.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/845/305he.jpg/)
(http://img859.imageshack.us/img859/6963/306n.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/859/306n.jpg/)
(http://img62.imageshack.us/img62/3179/307fy.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/62/307fy.jpg/)
   Giovanni non riesce ad indossare il Camelback , incrocio di nuovo lo sguardo di Tomas, con il suo gruppo. Dice annuendo (scusate il mio veneto scassato) : Lu sì, ca ga fà un bel affar ! Sicuramente riferendosi alla mia rinuncia alla moto. Si parte.
(http://img208.imageshack.us/img208/7006/308lg.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/208/308lg.jpg/)
   Il terreno si fa molto impegnativo grandi sabbioni intervallati da piatti sassosi. Insabbiamenti continui rendono il passo molto lento. Ho il tempo di fotografare delle impronte nella sabbia. Non si direbbe ma il deserto è pieno di vita.
(http://img805.imageshack.us/img805/7486/310u.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/805/310u.jpg/)
(http://img28.imageshack.us/img28/1852/313zj.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/28/313zj.jpg/)
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    Anche il veterano Bibo atterra nel sabbione, e commenta che non gli è mai capitata una sabbia più bastarda di questa.  Superato il primo cordone di dune troviamo un tratto scorrevole. Ci fermiamo perché via radio, canale 1, arriva la notizia che la moto di Cielo perde olio. Lo aspettiamo per permettergli un rabbocco. Per fortuna è poca cosa e si prosegue. Arriviamo a quello che sarà il cordone più difficile.
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   Qui siamo stati fermi per ore. Prima le macchine non ce la facevano, poi le moto non arrivavano. Le macchine allora decidono di proseguire, ma si infognano sul cordone successivo. Arrivano Jil, Bibo, Giovanni stremato che ha cappottato un paio di volte e si è fatto male ad un ginocchio.
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   Arriva anche Webbo che in pieno zamponing impone il ritmo al suo porcello al vapore.
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   Alla radio iniziano ad arrivare notizie di moto in difficoltà. Tomas sembra che abbia bruciato la frizione. Si tenta di cambiare l' olio. Nell' attesa Giovanni si è steso sulla duna successiva a quella dove sto io.
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   Prendo la radiolina. Cciiooovann, Cciiooovann, Cciiooovann, passa sul 2. Il tormentone del momento. Iniziamo a sparare cazzate a raffica ed a ridere come pazzi, tanto da destare la curiosità di Jil, Bibo e Webbo che si avvicinano.  Li raggiungo a piedi e decidiamo di utilizzare quel tempo morto per fare il report con i tre special guests presenti. Tra le tante balordate dette, viene fuori che il pane alla brace, non essendo lievitato, fermenta nella pancia, quindi è meglio non esagerare. Quindi il mio intestino aveva ragione stamattina. Intanto Radio Londra dice che per la frizione di Tomas non c'è niente da fare. Aref prende il quad di Giovanni e và in soccorso. Torna con Tomas come passeggero. Se volevate la dimostrazione che questa guida è un drago, ora c'è l' avete. Enrico è in difficoltà perché la sua moto intasa il filtro dell' aria.
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   Quando chiede potenza per scalare la duna la moto si insabbia, ed a volte cade e la moto si ingolfa. Icio che era già tornato indietro per prendere l' olio per Tomas fa di nuovo la spola e porta un filtro nuovo ad Enrico che, in evidente difficoltà, alzando un mare di sabbia riesce ad arrivare al cordone su cui stiamo noi, ma si insabbia nuovamente e li resta a mezza costa perché non ce la fà più.
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   Jil lo raggiunge. Intanto arrivano notizie che la moto di Blackman non si accende più. Aref riprende il quad e nuovamente raggiunge il gruppo di moto. Raggiungo Jil ed Enrico e dò una mano, anzi un piede, a disingolfare la moto di Enrico. I due ripartono in direzione delle macchine e prendono un pò di vantaggio. Ora sono convinto di aver fatto la scelta giusta nell' abbandonare la moto. Tutto ciò è fantastico, ma credo che non sia alla mia portata. Nel frattempo altre carovane passano per quelle dune impossibili, tra cui quella del Sahara Dream con un prodigioso Man 6x6 giallo.
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   Ma mente il camion faceva la sua porca figura nel deserto, davanti a lui, una guida il deserto se lo stava facendo tutto a piedi per indicargli la strada migliore.
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   Finalmente torna Aref con Blackman. Le moto le hanno abbandonate nel deserto. Con un pò di fortuna le recupereranno al ritorno. Ora in macchina siamo in cinque. Io, Tomas, Blackman, Aref ed Amor. Continuano i cordoni di dune fino ad una discesa senza respiro che ci fa urlare tutti in macchina mentre le guide se la ridevano allegramente. Assistiamo alla discesa di tutti gli altri. Ci vuole un gran fegato, perché invece di frenare, bisogna accelerare.
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   Ancora un pò di sabbia e ci fermiamo per il pranzo. Il tempo perso è stato tanto e per abbreviare il cuoco : "Pane e datti, pane e datti, pane e datti. Pane alla brace e datteri freschi.
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   Ma Enrico non è ancora arrivato. Il problema al filtro persiste duecento metri più giù vedo movimento. Enrico è quasi arrivato ma è stremato, non ne vuole più sapere, ma per fortuna siamo alla sosta. Jil mette in moto e porta via la moto di Enrico, che raggiunge a piedi il campo e si ristora. Di nuovo in marcia. Ancora cordoni ma più percorribili poi un piatto sassoso e finalmente l' ultimo cordone che ci svela l' Eldorado. Ain Ouadette.
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   Una pozza melmosa di acqua fetida, ma calda, che sgorga nel bel mezzo del nulla. Non ci pensiamo due volte, ci tuffiamo in mutande e gustiamo un perfetto tè alla menta mentre stiamo a mollo. Dio esiste, ed è qui in questo momento.
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   Questo è il sito di una perforazione petrolifera andata male. Hanno comunque canalizzato l'acqua che sgorgando continuamente ha dato vita ad un piccolo ecosistema e ad una piccola economia. Qui facciamo campo per la notte. Per non essere di nuovo ripreso per il mio russare, mi auto esilio. Piazzo la tenda lontano e vado in cerca, ora che c'è ancora luce, del mio eventuale cesso notturno.
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   Qui l' atmosfera è finalmente rilassata e distesa, magica direi. Siamo a metà del giro. Non c'è più l' assillo di dover raggiungere un luogo remoto. Dopo cena le guide ci offrono musica locale davanti al fuoco, eseguita dal vivo con l' accompagnamento di un flauto. Il nirvana.
   Ora sono qui, in Italia, come uno zombi, a cercare faticosamente di riallacciare i fili della vita che ho abbandonato il 26 dicembre, ma l' anima l'ho lasciata lì, da qualche parte, nei pressi di quella pozza.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Jil il Gennaio 20, 2012, 00:42:49 AM
Mi hai commosso...  :piagnone:
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Lu il Gennaio 20, 2012, 09:01:54 AM
Non c'é il tastino " mi piace"? ;)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 21, 2012, 10:14:32 AM
   2 gennaio. Mentre il sole fa capolino a colorare le dune di un bellissimo arancio, dalla pozza si sollevano nuvole di vapore.
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  Il cuoco viene verso di noi che stavamo li a cazzeggiare, apre le mani e mette a terra la bestiola che tutti noi temevamo di incontrare. Un magnifico scorpione verde che si becca più scatti che se fosse Cindy Crawford nuda.
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  Il magico Jil consiglia ad Enrico di metterà a contatto con il filtro di spugna un panno swiffer. Cacchio funziona davvero. Siamo pronti a partire quando incazzatissimo un macchinaro fa spegnere i motori a tutti. Qualcuno ha perso il telefono satellitare nella sabbia e quello squilla ancora. Perdita inutile di oltre mezz' ora di tempo. Il satellitare e la mia anima erano lì in mezzo all' acquitrino che se la ridevano mentre giocavano a scopa.
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   Oggi siamo diretti a sud di Gour el Kleb. Facciamo a ritroso un bel pezzo di deserto fino a Via delle Genziane, civico 32 e civico 67. In quei due punti Tomas ed Alberto avevano lasciato le loro moto in panne.
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  Con una precisione assoluta Aref le ritrova come se avesse lo stradario della città. Condivido ora i posti posteriori del pick up di Aref, con Tomas. Abbiamo modo di parlare dei nostri stati d' animo che incredibilmente sono molto simili. Gli ho spiegato che un altro dei motivi che mi hanno convinto a mollare era il fatto di dover dipendere sempre da qualcun altro e la consapevolezza di rallentare tutto il gruppo. Anche Tomas è sollevato, ed anche lui si inizia a godere l' altro tour.
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  Mi racconta della rovinosa caduta occorsagli il primo giorno nel primo tratto in cui si è giocato tutti i Jolly. La moto ribaltandosi gli è finita in testa spaccandogli il casco !!!!! Facciamo pausa pranzo. "Manjiari, manjiari, manjiari." La pappa è pronta. Tubettini freddi con verdure miste crude, pane alla brace e mandarini.
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  Due del gruppo si allontanano coi mezzi per andare in bagno. Continuiamo il giro e ci rendiamo conto di quanto trafficato sia questo deserto in questo periodo. Un imprevisto ferma la carovana La ruota posteriore di uno dei pick up di appoggio balla. Mario scende per verificare la situazione. Il pick up non può proseguire.
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  Si vede che siamo molto più a sud dell' Italia. Uno lavora............
  Aref incarica il terzo pick up di fare strada verso il luogo designato per il bivacco. Chiedo ad Aref se posso rimanere lì con loro casomai ci fosse bisogno d' aiuto. So che potrebbe esserci la possibilità che il danno sia grosso con la prospettiva di farsi la notte in macchina o chissà che cos' altro. Ma voglio, per quanto possibile, vivere un' altra avventura. Tomas è con noi. L' autista del pick up con quel pò di attrezzi che si era portato dietro inizia a smontare la ruota, poi il tamburo, i cablaggi e le tubazioni del freno posteriore ed infine riesce a sfilare il semiasse. La ghiera filettata che tiene ferma la gabbia a rulli del cuscinetto sul semiasse si è svitata. Il cuscinetto per fortuna sembra ok. Il lieve venticello che si è alzato cosparge gli unti meccanismi di utile sabbia. Decidono di lavare i pezzi con la benzina come se stessero annaffiando una pianta con l'acqua. Non riuscendo ad avvitare la ghiera poiché il primo filetto della stessa si è ammaccato irreparabilmente, inverte la ghiera e serra tutto con lo scalpello ed il martello. Funziona ! Mi rendo utile dando loro quel pò di grasso che mi ero portato dietro, per lubrificare la gabbia a rulli. Nel rimontare, molti pezzi che univano le ganasce del freno, avanzano. Non importa, dice il meccanico. Non è questo il momento di andare per il sottile. Ripristina il livello dell' olio nella boccia del differenziale e si riparte. Fosse successa in Italia una cosa del genere, Aci, carro attrezzi, officine, cellulari, assegni. Una bella lezione ! L' ultimo campo è in una conca circondata da alte dune. E' l' ultima notte all' addiaccio ed ognuno cerca di stare quanto più comodo può. Il campo è sparpagliato per chilometri.
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  Con Nico scaliamo la duna più vicina per portarci in altura e fare qualche foto, compresa quella di Aref che è andato a fare legna.
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  La visuale qui sù è così ampia e l'aria così pulita, da permetterci di vedere il sole che tramonta da un lato ed alle spalle la notte che sta' montando.
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  Un pò di malinconia stasera al campo perché l' avventura vera sta terminando.
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  Stasera due tipi di zuppa di cui una con i piselli sbucciati qui al campo. Anche stasera magica musica suonata col flauto. Salutiamo anche il pane alla brace fatto sulla sabbia.

  3 gennaio. Partiamo alla volta del campo tendato di Zmela Labrissa. Giovanni ormai è arcistufo. Per lui la cosa sta' durando troppo. Ha imparato molto bene a dominare il quad ed a ricercare la strada giusta tra le creste delle dune e la cosa non gli dà più gusto. Affrontiamo gli ultimi cordoni. Arrivamo al duro. Ci fermiamo in un un posto dove ci sono dei pozzi d' acqua ed un Caffè che purtroppo è chiuso per turno settimanale.
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  Tutti gonfiano le gomme. Io, per deformazione professionale, fotografo la merda di cammello.
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  Anche qui grande traffico di carovane di auto che vanno e vengono. Coffea break con Coca Cola bevuta in bicchiere collettivo ricavato dalla bottiglia stessa tagliata a metà, e foto di gruppo con le guide. Un nuovo cordone di dune ci si presenta davanti. La sabbia è infida ad Aref è costretto ad aprire una nuova pista. E' molto concentrato ma finisce in un catino. Un pò di lavoro e viene fuori. Le moto non sembrano avere difficoltà ed arrivano presto. Le auto fanno più fatica. Siamo in attesa. L' equipaggio del Mitsubishi L200 che seguiva come un' ombra la guida, tira fuori dei grissini e li offre. Siamo loro tre, io, Tomas, Webbo, Cielo, Nicola ed Icio. Le altre moto sono dietro con le vetture. Si perde tempo perché Flavio ha stallonato una gomma.
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  Ricordo di avere ancora un residuo dei dolcetti di capodanno e le pere che Azaiez mi ha offerto a Nabeul.
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  Sono quelle col bollino blu che costano 3.000 Millim, cioè 3 Dinari, cioè 1 € e 50 Centesimi, cioè 3.000 Lire. Ma sono care queste pere ! La macchina del tempo ci ha portati indietro di più di 15 anni. Qui il gasolio costa 1.010 Millim. Condividiamo il cibo. Peccato che manchi la foto dei quattro motociclisti attivi, affiancati, che sbucciano in contemporanea i frutti. Il tempo delle pere. Quando finalmente arriva la carovana delle auto e delle moto rimanenti si decide di pranzare in quel medesimo luogo. L'aria è mite. Pigramente mi siedo al sole ed inizio a giocare con la sabbia. E' così fine ed impalpabile che si riescono a fare anche dei disegni. Webbo mi da l' input. "Perché non provi a scrivere Xr-Italia.com ?" E' la stagione dei mandala. Scrivo solo XR. A Webbo piace tanto che dice che lo metterà sulla pagina d' apertura del sito. Quale onore ! Mi vengono anche commissionate altre scritte.
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  Gino, che in gioventù segui in moto una tappa della Parigi-Dakar, quella vera, e sua moglie offrono il caffè a tutti.
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  Ripartiamo. Un ultimo grande cordone ci separa da Zmela. Molto impegnativo. I motociclisti vedono la meta e vanno avanti.
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  Arrivati al campo fisso, ben organizzato, li troviamo belli sotto la veranda del bar che decimano le scorte di birre tunisine del' oste.
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  Gironzolo un pò per il campo, poi io e Giovanni ci facciamo assegnare una tenda ma non ci piace e ci ficchiamo in un'altra senza dire niente. Una carovana di Kappisti è al campo, tra i quali uno possiede anche un 690 Rally da 24.000,00 Euro ! Salutiamo le guide dei due pick up che hanno curato la logistica, ed i cuochi. Solo Aref resta con noi. Tanti corrono finalmente sotto la doccia calda col sapone. Ma io sono malinconico. Per me sarà dura tornare alla vita quotidiana.
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  Mi metto sulla dunetta dietro la tenda in attesa del tramonto e perfeziono il logo XR con la sabbia.
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  Chiamo Webbo per fotografarlo. Ultimo tramonto tra le dune. Sono a pezzi psicologicamente. La sera, grande tavolata e cena luculliana a lume di candela nel ristorante del campo.
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  Chiediamo il bis di pane alla brace e loro ce lo fanno. Evviva ! Non è alla sabbia ma al forno, ma fatto sempre con la brace. Per fortuna il cameriere che ce lo porta fa cadere in terra tutto il vassoio, rimediandoci così l' ingrediente mancante. Manco a dirlo mi abboffo. Giovanni vince l' easter egg di questo tour, ma lo cede al secondo arrivato. Una volta nelle tende il deserto ci fa un ultimo regalo. La pioggia. Ci addormentiamo con la luce tremula della candela che appena rischiara di luce calda i colori delle pareti, mentre le gocce di pioggia tamburellano lievemente sul tessuto della tenda.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 21, 2012, 12:25:34 PM
qual'è l'easter egg di Ciiovanni ? quello di Enrico lo sappiamo, ma il suo ?
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 21, 2012, 15:11:48 PM
   Era quello di Enrico !
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 22, 2012, 12:04:36 PM
   4 gennaio. Notte fonda. Il pane alla brace colpisce ancora. Ma stavolta non c'è patos. Il cielo è un pò nuvolo e non riconosco le costellazioni. Qui abbiamo dei water civili e puliti. Riesco solo a versare un acconto e rivado a dormire. Il saldo lo verso all' alba dietro la duna, all' uso antico, per mia scelta. Colazione nella stessa sala della cena. Molto ricca. Giovanni fà i capricci perché non vuole più andare sul quad. L' oste chiede il conto dei quarantasei litri di birra scolati il pomeriggio prima. Ovviamente non ci si trova ai conti ed il buon Mario ripiana dal fondocassa. Mattinata turistica oggi. Breve trasferimento per Ksar Ghilane, mattinata libera, e pranzo lì al ristorante. Per chi volesse avventurarsi con la famiglia, questo posto e raggiungibile anche via asfalto e ci sono hotel che offrono tutti i confort. Posto suggestivo. Arrivando da Sud, prima casette sparse dove una piccola economia legata al servizio ai turisti sta venendo su. Sui muri delle casette scritte colorate, con i nomi delle principali case motociclistiche. Saranno officine per le riparazioni. Cammelli e cavalli in gruppo sostano vicino ai loro recinti.
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   Bambini festanti accolgono le carovane di turisti in arrivo e chiedono qualcosa. L'amico Cristian si vede attorniato dai bimbi. "Aspettate vi dò qualcosa". Apre il portellone del suo FJ, estrae la pala e dice : "Beh…….mò la volete una badilata ?"  Grandissimo Bruno ! Dopo le casupole un lungo viale sabbioso dritto dritto con piantagioni di palme da dattero a destra e sinistra.
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   Anche Ksar Ghilane e nata come Ain Ouadette, Ci sediamo pigramente ai tavolini del ristorante dove mangeremo a pranzo, ai bordi della sorgente di acqua calda, che qu,i è quasi una vera e propria piscina.
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   Questa volta però in pochi fanno il bagno. Jil si gusta un Bric all' uovo. Io e Giovanni usciamo dall' oasi da Nord con il quad, fino a raggiungere le dune. In cima ad una di queste, vicino a dei cammelli che puzzano molto più delle vacche, troviamo campo e telefoniamo a casa dove madre, moglie e fidanzata erano in pensiero perché non avevano notizie da tre giorni ed avevano già allertato l' unità di crisi della Farnesina. Giovanni mi fà un pò di scuola di quad e devo dire che è divertente. Jil, Marta, Cosetta, Nico e Giovanni affittano i cavalli arabi e raggiungono attraverso le dune i ruderi del forte romano di Ksar, che grossomodo è a Nord-Ovest dell' oasi. Io faccio un giretto tra i viali in quad con Webbo come passeggero a scattare qualche foto ed incrociamo i butteri di cui sopra.
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   Quando torniamo alla piscina un gruppo di macchinari aveva affittato, con la giuda locale, dei quad uguali a quello che stavo guidando io, per andare sempre al forte. Mi chiedono se volessi accodarmi. Accetto. Quel porco della guida prende il fugone. Marcello non riesce a fare la prima svolta a destra in un altro viale, ed attinge una palma. Corro come un pazzo, sono penultimo, l' autista dell' L200 litiga con una duna, sono terzultimo, faccio tesoro delle lezioni di Giovanni e stò per prendere Cristian, quando mi vado a ficcare nel solito maledetto catino. Vengo sorpassato da L200, non riesco a tirarmi fuori. Marcello arriva in mio soccorso. Ma ormai ho perso il ritmo e mi insabbio di nuovo. Ma vaffanculo al quad, alla sabbia ed al forte. La guida torna indietro. Gli dico di lasciarmi perdere perché torno a Ksar Ghilane che è li a vista. Fatico a venire fuori, poi trovo la pista segnata dalle auto e ritorno alla piscina. Questa si che è vacanza. Mi faccio il bagno.
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   Mi sentivo un pò come un esploratore messo a bollire nell' acqua dai cannibali.
   Ccollaudo pure la "subbaqueità" della mia macchina fotografica, faccio shopping nelle "boutique" e mi godo il sole semi nudo.
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   Dopo un pò arriva Webbo tutto sudato. "Sono andato al forte da solo in moto". Ma chi t'ha ffat fà ! Fatt nù bagn ! All' ora di pranzo ci accomodiamo nella sala interna del ristorante e pasteggiamo. Circa alla frutta, un fuggi fuggi generale. Che hanno portato il conto ? No. Due tipi italiani sono arrivati fino qui in Porsche ! Mi aspettavo uno di quei mostri che gareggiarono nella Parigi-Dakar di tanti anni fa. Invece è questa cacata che vedete.
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   Prendiamo il caffè al bar e ripartiamo alla volta di Douz. Giovanni non vuole più salire sul quad.
Percorso piatto, duro e scorrevole con qualche dunetta da scansare o da saltare.  Le moto avanti, le macchine dietro. Aref sbaglia a dare l' indicazione ai motociclisti che si allontanano oltre la portata delle radioline. Ci fermiamo nella speranza che non vedendo nessuno tornino indietro. Ma niente da fare. Per fortuna, Bibo che si mantiene sempre vicino alla macchina di Aref, parte e li va  a recuperare. Ripartiamo. Giovanni osa sempre di più, si mette in competizione con Bibo, esagera, inizia a fare i salti di traverso col quad con atterraggi con le sospensioni a pacco, rischia di ammazzarsi. La fortuna ci viene incontro. Webbo è andato a riserva con la sua moto e ci ferma per fare benzina. Le moto riforniscono tutte. Nell' attesa Alberto guidatore di un vecchio e glorioso BJ rosso, mette musica latino americana a tutto volume. Nico e Vanessa iniziano a ballare con sincronia mirabile. Un bellissimo momento. Applausi finali.
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   Si riparte. Per fortuna Giovanni si è accordato con Cristian che guiderà il quad fino a Douz, mentre lui farà da passeggero nell' FJ di Cristian, guidato dalla moglie Daniela. Una brutta caduta di Nicola ci ferma. Saltando una dunetta è atterrato male e si è steso sui sassi. Siamo molto in ansia. Per fortuna non è successo niente. Una caduta analoga l' ha fatta anche Icio giorni addietro. Ripercorriamo a ritroso un pezzo di pista fatta il primo giorno e l' avventura è finita. Nel parcheggio del Touareg troviamo le moto di Bostro, Tomas e Blackman scaricate dalle guide dopo averle salutate a Zmela Labrissa. Giovanni restituisce il quad a chi glielo aveva affittato, recuperando per fortuna la caparra di 300,00 Euro vista l' assenza di danni. Mario ha noie al motorino di avviamento della sua auto e si accorda con Aref per una riparazione l' indomani. Io recupero la mia moto dal garage di casa di Aref, lo ringrazio e lo saluto. Quando torno alcune moto sono già sui carrelli. Marta assegna le camere. Quella camera che il giorno 29 dicembre sera ci era sembrata un tugurio, stasera ci sembra una reggia. Giovanni è stanco e piccioso e se ne va a dormire. Per due giorni non faremo neanche il report. Come ultima attività della giornata, dopo aver incollato con la resina epossidica una scarpa di Jil, che si è squagliata al fuoco durante le serate nel deserto, festeggiamo il rientro con lo stesso rito della prima serata a Douz. Cambiamo però locale ed al posto di Giovanni c'è Nico. Ci accordiamo per il mattino successivo per andare a visitare il mercato.

   5 gennaio. Colazione in fretta, carichiamo le moto sui carrelli. Faremo gruppo con Bibo, Bostro e Cosetta con il furgone di Bibo, ed io, Giovanni e Jil nel Rav. Volevamo portarci anche Nico, ma lui ha preferito rimanere in auto con Webbo. Giriamo un pò per il caratteristico mercato di Douz e compriamo souvenir.
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   Lasciamo Douz e su consiglio di Jil, decidiamo di tirare dritti ad El Jem. 
   Ripercorriamo al contrario la strada fatta all' andata ed a mezza strada, per  pranzo ci fermiamo in uno di quei ristoranti dove stavano le pecore appese, ma fortunatamente si mangiava anche altro.
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   Arriviamo ad El Jem. Splendido ed anche completo in ogni sua parte, ancorché a pezzi, l'anfiteatro romano.
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   Ci ritroviamo tutti ad Hammamet. Consegno a Mario la scheda della mia macchina per scaricare le mie oltre 600 foto. Gli altri lo faranno sulla nave per Genova. La serata passa pigramente in albergo tra biliardo e discoteca.

   6-7-8-9 gennaio. La mattina alle 9,00 è prevista la partenza per Tunisi. Alle 8,30 ci vediamo nel parcheggio per scaricare la mia moto dal carrello di Mario. Giungono voci che il mare grosso farà ritardare parecchio la nave. All' ultimo minuto io e Giovanni decidiamo di accompagnare il gruppo a Tunisi, e visitare insieme la Medina. Posto veramente intrigante.
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   E' il venerdì di preghiera dei musulmani. I negozi chiudono alle 13.30 e non ci è concesso di visitare la moschea al centro della Medina. Tutti tendiamo un pò a correre perché alcune botteghe stanno già chiudendo. In quel dedalo di vicoli ci perdiamo però di vista. Facciamo ancora qualche acquisto e ci attardiamo. L'ora del rendez vous è passata e non sono nemmeno riuscito a salutare Webbo, Mario e tutti gli altri. Mangiamo un kebab al volo al "Mc Donalds" lì nella piazza d' ingresso della Medina.
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   Troviamo un gruppo di ritardatari che si accinge a raggiungere il porto in taxi. Ci salutiamo con loro. Bibo, Bostro e Jil fanno con me e Giovanni un pezzo di Avenue Habib Bourguiba fino al Rav. Questa è la strada principale di Tunisi, sede di Ambasciate, ed è ancora presidiata dai miliari e transennata col filo spinato sulle vie laterali.

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   Siamo gli ultimi saluti. Tornando ad Hammamet ci fermiamo a fotografare la tomba di Bettino Craxi.
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   A me e Giovanni, l' indomani, non resta che un' ultima incombenza. Recuperare Mahmoud che torna in Italia con noi per riprendere il lavoro. Questa trasferta in moto a Menzel Temine e poi a Tunisi, via Korba, mi offre un dettaglio che prima di allora mi era sfuggito, viaggiando in macchina. L'odore. A volte si viene investiti da zaffate di fogna, miasmi di carogne in putrefazione ed il tanfo tipico dei rifiuti. Ma fa parte del gioco. Questa è l' Africa. Una esperienza a 360 gradi, a cinque sensi, ed oltre. La Amistad, sempre causa mare grosso, arriverà con undici ore di ritardo, alle 11.30 del giorno 8 gennaio, donandoci così, un' altra notte in Tunisia. Mahmoud si fa venire a prendere da un cugino e torna a casa sua, così da poter dare, parole sue, un ultimo colpo alla moglie. Giovanni prende un taxi e si fa portare a Tunisi in un albergo. Una notte da "Resident Evil", racconterà. Io resto in macchina al porto a fare il custode.
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   Per chiudere il cerchio, una volta a Salerno, mi faccio gli ultimi 200 km fino a casa in moto, rimediandomi di nuovo la pioggia negli ultimi 30 km, e nevicata finale di bentornato appena parcheggiata la moto.

   Dopo mesi di preparazione, di attesa, di ansia, purtroppo questa incredibile avventura si è conclusa. Resteranno indelebili nella mia mente i volti e le parole, di tutte le persone che ho conosciuto in questo viaggio, ed i luoghi che per tanti anni ho sognato di vedere.
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   Ogni singola persona ed ogni avvenimento, anche il più insignificante, ha contribuito alla costruzione di questo mio magnifico ricordo.
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  Per questo desidero ringraziare ogni persona coinvolta, per questo splendido regalo.
  Grazie a tutti voi. Grazie per avermi regalato il viaggio della vita.
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Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: docmarco62 il Gennaio 22, 2012, 12:31:01 PM
Bravo Felino  :)
almeno tu il report l'hai finito, io preso dalla malinconia l'ho abbandonato :-\ magari prima o poi lo finisco
D.M.L
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Jil il Gennaio 22, 2012, 13:56:44 PM
 :tristino:
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: battist83 il Gennaio 22, 2012, 15:12:20 PM
Felino hai scritto un racconto bellissimo, inutile dire che tutti noi vorremmo rivivere quei momenti! Mi associo al piagnisteo con Jil :piagnone: :piagnone: :piagnone: :daichenemo:
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 22, 2012, 18:02:20 PM
Felino  :applausi: :pazzia: :biker:
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: blackman il Gennaio 22, 2012, 19:36:01 PM
 :cimplimenti: [primo ] complimenti, bravissimo, non ho altre parole per complimentarmi ;)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: gpsmax il Gennaio 22, 2012, 19:41:43 PM
fantastico. bravissimo.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 22, 2012, 19:42:02 PM
e voi signorini di ES quando procedete con il Vs. Report ? eeeehhhh ?  ;D
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: ale_sarvaego il Gennaio 22, 2012, 19:44:31 PM
bravo! un report fantastico & fatto benissimo, l'ho divorato. leggendo ci si immerge nell'atmosfera del deserto & della vostra meravigliosa avventura! hai raccontato con dovizia di particolari ogni momento, dai pasti all'evacuazione notturna, dal cielo stellato agli insabbiamenti.
a fine lettura ho sentito la sabbia sotto i denti......complimenti ancora.
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Gennaio 22, 2012, 20:31:21 PM
   Troppo buoni !
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: blackman il Gennaio 23, 2012, 09:39:52 AM
Citazione di: Webmaster il Gennaio 22, 2012, 19:42:02 PM
e voi signorini di ES quando procedete con il Vs. Report ? eeeehhhh ?  ;D
quando ti iscriverai :P
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Gennaio 23, 2012, 09:42:47 AM
eeehhh adesso... che pretese ! hahaha  :P
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: mario il Gennaio 23, 2012, 10:53:31 AM
Ebbravo, complimenti al contadino poeta  ;)
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: jackass il Gennaio 23, 2012, 13:44:25 PM
bello , veramente un bel report complimenti
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Campolone il Gennaio 23, 2012, 23:40:20 PM
Sublime Report, complimenti per la narrazione e grazie per averci fatto vivere emozioni vere.
Jil piange e anch'io mi associo...capisco e conosco queste sensazioni...
Titolo: Re: 7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: gianca charly il Gennaio 24, 2012, 02:11:17 AM
Bellissimo Report complimenti!!! :)
gianca charly
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Gian_paolo il Febbraio 05, 2012, 17:14:05 PM
oh, finalmente ho ritrovato la mia password! Complimenti davvero un bel report, la prima volta nel deserto non è mai facile. Io ho avuto la fortuna di farla in Libia 2 anni fa con Chef, Jil & co.... spazi piu' aperti e sabbia per lo piu' meno bastarda, ma col DRZ bene o male se ne veniva fuori. Quest'anno ho voluto sperimentare con la cicciona At650 e ho patito la mia parte, se la sabbia non mi ha sconfitto ci è riuscito il vento dell'ultimo giorno verso La Goulette  :-\
Ci siamo incrociati in nave e per strada, metto qui un paio di foto tanto per partecipare ;D

(http://www.endurostradali.it/photogallery/albums/userpics/10005/normal_IMG_0774_tn.jpg)

(http://www.endurostradali.it/photogallery/albums/userpics/10005/normal_IMG_0776_tn.jpg)

(http://www.endurostradali.it/photogallery/albums/userpics/10005/normal_2012-01-01_00282.jpg)

un saluto a tutti !
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Febbraio 06, 2012, 10:37:35 AM
   Ho beccato pure la tua moto ! Devo dire che era la più bella del gruppo !

(http://img19.imageshack.us/img19/3236/dscn0165e.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/19/dscn0165e.jpg/)


Cosa intendi quando dici che il vento ti ha sconfitto ?
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Febbraio 06, 2012, 10:48:38 AM
quella non è la moto di Gian_Paolo
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: mario il Febbraio 06, 2012, 10:53:58 AM
Quella di Gian è il 650 che dovrebbe essere quella in secondo piano
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Webbo il Febbraio 06, 2012, 12:14:39 PM
no, non è nemmeno quella, quella del Gian ha un cupolino aftermarket
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Febbraio 06, 2012, 19:40:25 PM
   Ce l' ho, ma ImageShack non mi fa più caricare immagini.  >:(
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Tacco il Febbraio 06, 2012, 22:53:05 PM
...se davvero il Gian avesse avuto le palle sarebbe andato con la Marathon  :P

...ciao Gian...un abbraccio dal tuo pestilenziale e rumoroso compagno di tenda...gran bel viaggio è stato!  ;D
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Gian_paolo il Febbraio 10, 2012, 23:44:00 PM
Ha ragione il webbo, la mia eccola qui insabbiata per benino :D
(http://www.endurostradali.it/photogallery/albums/userpics/10005/normal_IMG_0798_tn.jpg)

e ha ragione il Tacco (che saluto rumorosamente, ma ti annuncio che il tuo "ronfio" era una delizzzia in confronto a quello del socio di quest'anno :-X): se avessi avuto le palle, grosse come angurie però, ci sarei andato con la Marathon (ma come ca$$o facevano a portarle sul sabbion? :o)
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Felino68 il Settembre 05, 2012, 19:39:39 PM
  Rieccomi. Non per essere pedante, considerato anche che è passato molto tempo, ho ampliato il report del viaggio in Tunisia, che come avrete capito, mi è rimasto nel sangue, facendolo diventare un papiro. Limito la pubblicazione al solo giorno del 30 dicembre 2011, che è quello che ho passato in moto. Ho ripercorso istante per istante tutto quello che mi e successo e tutto quello che mi è passato per la testa, con l' unico scopo di rendere un servizio a tutti coloro che a digiuno di esperienza, volessero in futuro cimentarsi in un desert tour. L' obbiettivo è quello di offrire una panoramica spero completa di quello che ci si deve aspettare. Almeno per il tipo di terreno scorrevole ma insidioso, per me, che ho percorso. Non giudicatemi male, ma considero questo report come il mio figliolo, e vorrei che consideraste questo approfondimento come il mio contributo a questo splendido forum. Un saluto a tutti e, spero, buona lettura.

   30 dicembre. Arriva il gran giorno. Mobilitazione generale nel parcheggio. 
Chi tira giù le moto dai carrelli, chi già le ha accese, chi si veste, chi fotografa, Giovanni prende dimestichezza col quad che sembra un paperino sfiatato (ciclomotore 2T, 50cc con variatore, tipo Motobecane) con grande rabbia, i macchinari fanno gli ultimi preparativi, Aref è già arrivato con gli altri due pick up d' appoggio, ed ora tocca a me. Vestito da pagliaccio, sotto lo sguardo vigile e severo di Webmaster ed Enrico70, gli altri due xristi 650 del forum, mi accingo ad avviare il mio porco. Maledizione, e se ora mi succede quello che è successo al porto ? Ora faccio la procedura così come qualcuno l' ha descritta nel sito, così faccio pure vedere che ho studiato. Aria tutta tirata un calcio. Decompressore tirato, aria chiusa e cinque calci. Calcio di avviamento e.......niente. Secondo calcio....e niente. O ca**o. I due docenti si fanno scuri in volto. Gioco l' ultima carta. Aria a metà e calcio. Parte. Mi attacco alla manopola del gas così che non si spenga più. I due prof. si guardano, annuiscono e passano oltre. Esame superato.
   In carovana ci muoviamo per andare al distributore e fare il pieno, tutti, macchine moto e quad. In attesa del rifornimento, Marta chiede se qualcuno avesse perso le chiavi di una Toyota. Controllo nel marsupio e mi accorgo di averlo lasciato aperto. Le chiavi mi erano cadute nel parcheggio dell' hotel. Con l' immobilizer la macchina non si sarebbe più mossa di lì. Grandissima rogna scampata !  Un ragazzo di Douz si pavoneggia davanti alla nostra carovana ferma al distributore, facendo le penne col suo motard. E noi con aria di sufficienza : "Pfui, fa tutto il ganzo, ma lui non sa cosa stiamo andando a fare noi". Mi sa che lo sapesse, per questo si è fatto il motard e resta sull' asfalto ! Regoliamo la pressione delle gomme e via. Ci muoviamo, attraversiamo Douz, poi dirigiamo a Sud verso una piantagione di palme da dattero e poi deviamo dall' asfalto a sinistra verso la pista. Nei due sensi di marcia cammelli e carretti trainati da asini, carichi di donne e bambini festosi. 
   Inizia la pista sabbiosa, inizia l'avventura e....badabam. Felino vince la coppa per la prima caduta al Desert Tuor. ca**o, ma l' avevo scritto che avevo bisogno di un tutorial per la guida sulla sabbia. Non ti preoccupare, mentre vai impari, mi fu risposto. Gli amici del Nord Est, dietro di me, subito si fermano e chiedono se tutto fosse ok. La caduta era innocua, il vestito da pagliaccio ha funzionato e la sabbia era soffice. Il morale invece è rimasto a terra sotto la moto. Webbo impietoso, scatta subito una foto. Rialzo la moto ma nessuno riparte. Jil mi spiega che sulla sabbia bisogna procedere dando piccoli colpetti di acceleratore specie in partenza o quando il fondo si fa molle, per evitare che la ruota posteriore affondi scavando per la troppa potenza, perdendo trazione. Il rallentamento così provocato non consente più alla ruota anteriore di galleggiare sulla sabbia provocando così l' impuntamento e la caduta.
    Arriva Mario tutto incazzato per la prima perdita di tempo, e mi redarguisce : "Tieni il culo sulla targa ! " Ma per quanto chiappone, fino a lì non ci arrivo proprio. Due consigli preziosi. Ripartiamo, la moto va, sul culo mi si imprimono i caratteri della targa, stranamente non cado, riesco a mantenere l' equilibrio e la moto va, va che è un piacere. Dio com' è difficile, quanto precaria è questa condizione, quante variabili non controllabili ci sono in gioco, ma quanto è bello. Mamma che avventura. Inizio a guidare in trans. Ancora oggi a mesi di distanza, mi rivengono addosso quelle sensazioni fisiche. Il posteriore della moto che scoda, me ne accorgo perché sento continuamente la colonna vertebrale flettersi prima a destra poi a sinistra senza soluzione di continuità, ma a me non importa, sono concentrato, con braccia e spalle piantate sul manubrio, coi paraocchi, a vedere dove va la moto, si, dove va lei, non dove la conduco io. La teoria dice di tenere sempre le spalle parallele al manubrio, ovviamente in piedi sulle pedane, e dirigere la moto tenendola strette tra le ginocchia, spostando il peso nella direzione verso cui si desidera andare, ed accelerando nel contempo per far scodare il posteriore che così chiude la curva. Ahahahahah..... ma chi sono io, Mandrake ? Su questa moto avrò fatto, si e no, 700 km di asfalto da quando l'ho comprata. Sono un incosciente ed il Dicloreum sembra tenere a bada il mio cronico mal di schiena.
    Giovanni non lo vedo, ma so che è dietro di me. Ogni volta che rallento mi sorpassa. Va bene così,  In questo viaggio ho sempre fatto da navigatore, ma c'è un problema. Dove minchia dobbiamo andare ? Seguite la pista è stato detto. La pista è pesantemente segnata dalle carreggiate profonde delle auto e diverse vie alternative si aprono a destra e sinistra. Il modo più sicuro per chi non sa dove andare è restare lì, sulla pista principale. Ma le carreggiate delle auto sono il peggior nemico dei motociclisti. La paura di ficcarsi nel binario e di cadere non riuscendone ad assecondare il tracciato, è sempre presente. Per diminuire il problema bisogna andare veloci. Stringo i denti, aumento la velocità, sul culo mi si può leggere anche la provincia di provenienza, acquisto fiducia ma non mi rilasso. Non riesco ad usare le leve a pedale. Ho i piedi a papera e gli stivali sono comodi, ma ingombranti e rigidi. Non riesco a trovare il pedalino del freno a destra. Mi viene in mente la modifica fatta da Enrico70 sulla sua moto, dove lo ha allungato. Non riesco ad infilare la punta del piede sinistro sotto la leva del cambio per mettere le marce superiori. Meglio così perché sono già intorno ai 50 km/h. Non riesco ad essere sciolto e disinvolto come vorrei, ma il motore è generoso ed il cambio non mi serve più di tanto. Per il freno è un' altra storia, perché dopo qualche tentativo si riesce a trovare, ma la frenata è goffa. O troppo, o troppo poco. All' improvviso delle curve in successione con leggero sali scendi mi distolgono da questi pensieri, cerco il freno ma non lo trovo (l' anteriore è tassativamente proibito in fuoristrada, pena caduta sicura), carreggiate esagerate, e........badabam. Il morale è di nuovo incastrato sotto la moto. Giovanni subito si ferma e mi aiuta a rialzarla. Tutto ok. Si continua.
  Come nelle migliori scuole, si passa alla difficoltà successiva. Se non vuoi affogare nelle carreggiate degli altri, apriti una strada parallela sulla sabbia vergine. Al briefing della sera prima, tra le altre cose, Mario ricordava di non passare mai attraverso i ciuffi di erba cammello, di cui questa prima parte di deserto è disseminata, poiché le radici della pianta rendono il panettone di sabbia alla base dell' arbusto, duro come il cemento, col pericolo di essere catapultati via dalla moto. La paura di allontanarsi dalla retta via è tanta, perché o guardi dove metti le ruote  o guardi dove va la strada principale. Decido di allontanarmi dalla pista, poco poco, ma non ho ancora chiaro il da farsi. Avrei dovuto trovare della sabbia piatta e percorrerla, invece mi butto giusto sulle dunette adiacenti. La teoria dice che per scavalcare una duna bisogna abbordarla a velocità allegra, proporzionale all' altezza della duna stessa, con il peso al centro, in piedi sulle pedane per assecondare le variazioni di inclinazione longitudinale della moto, ed arrivare in velocità quasi fino in cima. Lì chiudere repentinamente il gas ed eventualmente frenare, quanto basta per fare in modo che la sola ruota anteriore si trovi oltre la cresta con la moto già in discesa, e via così con le successive. Io invece vado a velocità costante ! Che pirla !
   Scavalco la prima dunetta e la moto vola, ok, ancora un'altra, un' altro volo, ma la moto atterra sbilanciata sulla ruota davanti, i piedi mi si sollevano dalle padane ma riesco a mantenere il controllo e non cado, una terza duna, ancora un volo, ancora i piedi si staccano dalle pedane, ma stavolta la moto si punta sull' anteriore ed inizia ad andare dove vuole lei in un crescendo di sbandate e deviazioni repentine incontrollabili. Per fortuna la merda si era rappresa tra culo e parafango e sono rimasto in piedi. La ruota anteriore, ancora fuori controllo, punta un ciuffo di erba cammello ed io inizio a gridare anticipando la caduta, ma miracolosamente la sospensione assorbe il tutto. Dulcis in fundo Giovanni nella mia stessa condizione con il quad, mi taglia la strada e per un pelo non lo becco. Riesco a fermarmi tiro un sospiro di sollievo. Avete presente le reclute mandate al macello in trincea ?Chiedo a qualcuno, non so neanche a chi, "ma quando ci fermiamo ?". " Più avanti c'è il Caffè la Porte du Desert, ci fermiamo lì ". Rincuorato riprendo, sembra che tutto proceda bene, cado ancora ma poca roba, il problema sono sempre le carreggiate. Ma ormai sono quasi un professionista !? In una curva verso sinistra, la moto prende sotto (tende a cadere verso l' interno della curva), l' anteriore tende a piantarsi nella sabbia molle delle carreggiate e sto per cadere. Ma la gamba sinistra, per conto suo, dà una zampata per terra raddrizzando la moto ! In quel momento non ho pensavo a niente. E' venuto tutto in automatico. Sento ancora il puff dello zampone che affonda nella sabbia, la pressione sul ginocchio e la moto che si raddrizza, raddrizzando anche me. Non hai tempo per pensare, se lo fai cadi ! Il deserto scorreva veloce tutto intorno a me, ma io non vedevo nulla. Sono in trans. Mi rendo conto che anche ad attraversare diagonalmente le carreggiate, in velocità, si riesce a rimanere in piedi. Basta non sbilanciarsi. Non mi dò merito di ciò, ho l' impressione che sia la moto a fare tutto. Finalmente il terreno a tratti diventa più compatto e lì mi posso sedere e riposare. Arriviamo al Caffè, Giovanni poco dietro di me.
   Bene, ora mi riposo un pò, mi prendo il tanto agognato tè alla menta e faccio qualche foto. Sono disorientato. Il battesimo delle sabbie è stato più duro del previsto. Per fortuna Webbo si avvicina e mi mette un braccio sulla spalla. Nico scatta una foto. La mia faccia tradisce la mia stanchezza e la mia tensione. Ma anche Webbo non sembra poi così fresco ! Sempre lui mi inizia a prendere per culo, perché in una delle cadute ho spaccato il fianchetto destro della moto, e da lì iniza un pò di "casciara" tra di noi che eravamo presenti. Va bene così, mi piace questa atmosfera. Lo scherzo e le risate rendo no la fatica e la tensione più sopportabile.
   Raccolgo le idee sul da farsi, .......e qualcuno inizia a gridare : "In marcia, siamo in ritardo". Ma come, sono appena arrivato, sono morto, il tè ? Di nuovo in sella. Questa volta la pista è più clemente. Più rocciosa e si può andare meglio. Gli amici del Nord-Est con i Ktm si vede che sono a loro agio su questa superficie perché vanno molto spediti ed impostati. Io dietro di loro, ma non riesco a tenere il passo, gli altri dietro di me. Credo. Penso, meglio il sasso che la sabbia, quando il fondo diventa una sassaia maledetta, aguzza, pericolosissima in caso di caduta. Trema tutto. Il fondo un tappeto pietre tagliate nere delle dimensioni di una grossa arancia, le pietre più grosse modello anguria o più grandi, messe ai margini della strada pronte a dare il colpo di grazia. in quel tratto di pista maturo l' idea che sto prendendo dei rischi inaccettabili. Decido di rallentare. Paolo, sempre aggressivo col suo Patrol GR, incombe dietro di me. Si sposta a destra della pista per sorpassarmi. Andiamo per un pò quasi affiancati. Non va bene. Macchine e moto devono stare lontane per la sicurezza dei motociclisti. Mi impongo di stare davanti e pian piano recupero, fino a che non arriva la manna dal cielo. Un bel nastro d' asfalto che ci porta fino all' ingresso del parco del Jebil. Mi riposo finalmente, ma frequenti, lingue di sabbia alte anche 30 centimetri e lunghe diversi metri, attraversano l' asfalto, provocandomi ansia. Le abbordo riducendo un pò la velocità, culo tutto indietro, colpo di acceleratore appena la ruota davanti si approssima alla sabbia, e poi via con i colpetti di acceleratore fino alla fine. Funziona, ma inizio a sentire la fatica e la schiena inizia a dare i primi cenni di cedimento. Continuiamo a circumnavigare il parco su pista di sabbia compatta, in attesa del primo ristoro. Lo vediamo, ma subito prima dello spiazzo, insidioso un salitone tutta sabbia, una mezza duna. Sono tra gli ultimi ovviamente ed è tutto pieno di tracce. La visione di quella sabbia impestata mi atterrisce. Non è una buona cosa, visto che tutto il giro sarà su sabbia. Non so dove andare. In lontananza vedo il Land Cruiser 200 bianco di Giorgio, che va a cercarsi percorsi impossibili per testare la macchina, ma è troppo lontano e sono certo che di là farei molta strada in più. Vedo un omino in piedi in cima alla salita che si è appostato a fare foto, e decido di andare verso di lui. Mi invento un percorso e.....badabam. La ruota si infila nella sabbia e quasi cappotto. Nulla di ché. Chi ha assistito alla caduta, forse il tipo romano col Land Cruiser 80 nero, mi spiega l' errore e mi aiuta a rigirare la moto. Riparto ed agevolmente arrivo al campo. Ma il morale è rimasto a terra in fondo alla salita. Se da un lato, mi manca la serenità, la consapevolezza di essere in vacanza, ho la sensazione di essere costretto in un ruolo che non riesco a sostenere, non riesco a stare al passo della carovana per il ritmo troppo elevato, dall' altro lato, mi rendo conto che alla fine sono tutto intero e sono arrivato da solo fin qui. Mi avevano detto che il primo giorno sarebbe stato durissimo, che avrei desiderato di mollare, che avrei odiato la mia moto, ma per adesso sono solo stanco e un pò stralunato, ad amo ancora il mio cavallo. Mi ero preparato alla fatica fisica e sto iniziando ad accusarla. Sono molto preoccupato per il mal di schiena che non mi rende autonomo. Ad ogni ulteriore caduta o insabbiamento avrò sempre bisogno di qualcuno che mi aiuti a ripartire. All' aumentare della fatica mi aumenta lo stress psicologico e diminuisce la calma e la lucidità che fino ad ora mi hanno accompagnato, ma che all' ultima caduta non mi hanno dato il giusto consiglio circa la via da prendere. Purtroppo nella mia testa sta' prendendo forma l' equazione, sabbia sciolta uguale caduta, ed io non ho proprio voglia ne di farmi male ne di danneggiare ulteriormente la cavalcatura. Parcheggio. Nico mi chiede se può farmi delle foto vicino alla moto. Sono stressato e non sono in modalità "foto ricordo". Semplicemente mi appoggio al sellino della moto lì dove l' avevo parcheggiata. Nico osserva : "Ma la vuoi fare qui la foto ?", ma io non capisco che era alla ricerca di uno scatto più figo, ed ora mi mangio le mani, perché di foto in sella ne ho pochissime. Mi aggiro ancora stordito per qualche minuto nei dintorni, a piedi, in debito di concentrazione. Cerco svago per la testa. Ho bisogno di alleggerirla. Faccio qualche scatto che ritengo interessante, cerco Giovanni perché mi sento solo ed ho bisogno di lui perché mi sollevi moralmente, ma non lo trovo. Lui è più socievole di me e non soffre di questa situazione. Questa per me è una novità perché mi sono sempre ritenuto un orso, ed un giro del genere, in moto, alla fine è una sfida con se stessi. Un giro a misura d' orso.
   Primo pasto nel deserto. Nuova esperienza. Si entra in queste quattro mura con tetto, e pavimento di sabbia, con le stuoie che ci accompagneranno per tutti i bivacchi posate lungo i muri a ferro di cavallo. Le guide tunisine erano già intente ad arrostire carne, accompagnata da insalata mista di ortaggi di stagione ed olive in salamoia. Seduti sulle stuoie abbiamo consumato rapidamente il pasto.
   Bibo consigliava di non appesantirsi col cibo, e quanto aveva ragione. Prima di riprendere il giro, sempre Bibo mi spiegava quale fosse la postura corretta in piedi sulla moto. Facciamo benzina. Siamo lì allineati in attesa che ci diano il via, ed io tra me e me mi dico : "Ma tu in moto il pomeriggio non ci vai mai perché non ce la fai".  Causa abbiocco post prandiano, di solito riduco al minimo le mie attività pomeridiane. Ripartiamo, ma per me è stata una vera sofferenza. La concentrazione scarsa e le forze poche. Per fortuna il primo tratto è un piattone veloce di sabbia compatta. Non potendo sedermi per la velocità, stavo in piedi culo indietro. Bibo mi affianca e mima la mia posizione col culo a poppa, e mi mostra come correggerla. Grazie Bibo, ma il troppo stare in posizione piegata ha fatto peggiorare velocemente il mal di schiena, e purtroppo per me, la posizione corretta non me lo allevia. Stringo i denti ma sono molto provato. I motociclisti continuano ad allontanarsi, il continuo inseguire ed il non sapere dove andare mi aumentano lo stress, soprattutto perché ora ci stiamo dirigendo verso il deserto pieno e solo un lontano fumetto di polvere mi svela la direzione da tenere. Non me la sto godendo. Sto soffrendo a stare in sella. Sembra una corsa non un tour. La meta oggi dovrebbe essere il monte Tembaine, ma siamo immensamente lontani. Non so quanto sia durato quel piattone, ma comunque non molto. So soltanto che ad un bel momento mi trovo davanti l' altra mezza duna (quella dell' ultima caduta) ma stavolta in discesa. La traccia principale era massacrata ed ai bordi affioravano delle rocce che imponevano una chicane sinistra destra in discesa. La situazione che mia fatto cadere sempre. Ho il tempo di pensare ed invento. Mi tengo a destra delle pietre verso una dunetta vergine. Ma appena scollinato scopro che questa si chiude a ferro di cavallo davanti a me. La via d' uscita a destra era sbarrata da un pietrone che sembrava quello incastrato nel fianco della Costa Concordia ed ancora più a destra un grosso arbusto di erba cammello. Decido di andare diritto e provare a scalare ma mi ficco nel catino e .......badabam. La caduta è stata assolutamente innocua, ma appena rialzatomi dalla polvere, con la faccia paonazza e le tempie che mi pulsavano forte nel casco, ho urlato : "Basta". Non c' era alcun senso logico in quella parola, ma nella mia mente turbinavano tutta una serie di disagi, dolore, prospettive difficili, fatica, stanchezza. Un cocktail micidiale che in un istante mi ha annebbiato la mente ed azzerato il discernimento. Ho cercato di rialzare la moto, ma il dolore alla schiena me lo ha impedito. Davanti a me, in lontananza, una infinita successione disordinata di dune in salita. A quel turbine maledetto si aggiunge la consapevolezza che con i sicuri futuri insabbiamenti, il dolore alla schiena avrebbe raggiunto valori tali da paralizzarmi, come mi è già accaduto in passato, impedendomi anche di godere di un eventuale prosecuzione del giro come passeggero. Arrivano subito Jil, che si incazza dicendomi che sarei dovuto passare tra la duna e la pietra (gulp !) e Giovanni. Tirano su la moto e la spingono per pochi metri in cima alla dunetta, pronta per ripartire. Subito mi ritrovo attorniato da Bibo,Tomas, Enrico, Webbo e Vanessa, smontata da una delle auto. Piegato in ginocchio di fianco alla moto, raccolgo della sabbia e la metto nella borraccia di alluminio dello scudo paramotore. Webbo mi fà : "Che fai ? Così appesantisci la moto !", ma io mi tolgo il casco e comunico la mia decisione di abbandonare. Questo è il Punto Felino, - Lat 32° 58' 32,88" N - Lon 9° 8' 28,32" E - . Io in moto sono arrivato fin qui.
   Giovanni inizia a protestare perché questa avventura dovevamo farla insieme. Come dargli torto. Del resto eravamo già d' accordo che sarebbe salito lui sulla moto ed io sul quad, se mi fossi trovato in difficoltà. Ma nell' agitazione del momento sono stato un mulo. Non ho voluto sentire ragioni. Non volevo esporre la moto ad ulteriori occasioni di danno. Non volevo che nessuno ci montasse sopra. Alla fine non l' ho odiata, anzi, ho rinunciato al tour per la sua incolumità. La voce di Giovanni rimane l' unica a spingermi a rivedere questa mia decisione. Ma se ad un primo esame la cosa mi ha lasciato dispiaciuto, ripensandoci, era la cosa giusta da fare. Nessun altro avrebbe potuto prendersi la responsabilità di far fare a qualcuno, qualcosa che non vuole fare più. Webbo comunica via radio la mia decisione a Mario.
   Rimuginando a freddo quel momento, mi rendo conto di non aver ben interpretato il tour. Tutti avevano una fretta forsennata perché si erano prefissati la meta troppo ambiziosa di Bir Aouine. Il primo tratto di pista era da tutti conosciuto e quindi hanno ritenuto superfluo affiancare la guida alle moto, come poi invece è stato stabilito. Non ho capito che il passo del gruppo lo stavo facendo io, che invece credevo di inseguire. Gli amici del forum erano dietro di me. Le lepri erano gli amici del Nord Est che dell' enduro hanno fatto uno stile di vita. Non ho saputo leggere quanto provati fossero anche gli altri, in special modo Tomas, che separatosi dal suo gruppo, seguiva noi. I segni per indurmi a cambiare idea c' erano, ma non ho saputo leggerli. E' vero, ho sfidato la sorte per ben cinque volte, e per cinque volte è andata bene, a me e alla moto, ma ora posso dire di essere stato avventato.
   Avessi avuto il fegato di tenere il gas aperto ed accompagnare la moto giù per quei solchi, forse questo racconto avrebbe preso un' altra piega..... Non so. In queste situazioni delicate, non mi ha mai sfiorato l' idea di tirare il freno e fermarmi a riflettere. La fretta pu****a. Di lì in avanti la pista era compatta, e poco dopo, a vista, c' era un cordone di dune che ci separava dal bivacco. Lì sarebbe iniziato il tour lento, quello più tecnico con le dune più grandi da salire e scendere. Il deserto vero e proprio. Quello che avevo in mente. Quello che mi avrebbe appagato per il resto della vita. Ora invece rimane un conto aperto che non so se riuscirò a saldare. Oggi mi fà una grande rabbia rivedere le foto di Blackman, di Icio, di Nico e di Cielo, mezzi insabbiati sulle creste, a posare per le foto ricordo, su quel primo cordone che era lì, davanti a me, a meno di tre minuti di marcia. Idiota che non sei altro, quando ti ricapita un' occasione del genere !
   Siamo rimasti lì tutti insieme in attesa della scopa per parecchio tempo, e quando le moto si sono mosse per raggiungere il campo, vedendo Tomas che seguiva tutti, sentendo che le forze mi erano tornate, ho capito di aver fatto la scelta sbagliata. Per un attimo mi è anche passato in mente di dire ad Aref che era venuto a caricare la moto, di lasciar perdere, ma ormai il meccanismo, anche mentale, si era messo in moto. Tra sollievo, rassegnazione e rammarico, si decide di riportare la moto a Douz, per fortuna ! Col pick up raggiungiamo l' hotel Touareg, lì mi metto in abiti civili, ricoveriamo la moto e ci facciamo il deserto di notte. Nell' oscurità Aref vede un' altra macchina che va in fuori pista. Si ferma e fa un pò di manovre per farsi vedere lampeggiando con i fari. Forse ha pensato che si trattasse di qualche turista sorpreso dal buio che aveva perso la traccia giusta. Inquietante. Inizio a gustarmi questa nuova condizione di passeggero. In questa andata e ritorno non mi capacito di quanta strada ho percorso in moto e di quanto bastarda fosse vista dall' auto. Sono circa 80 km. Per me va bene così.
   Trovo il campo già montato tra Tembaine ed El Klikha, con le auto messe in cerchio e tutte le tende strette all' interno. Aspettavo solo l' attacco  dei Sioux a cavallo. Un cuoco mi porge un piatto di cus cus che mi avevano tenuto da parte. Ne mangio poco perché mi è passata la fame. Cerco Giovanni che è già in branda, e pianto la tenda vicino alla sua. Report serale, in cui mi dice che dopo avermi lasciato, i motociclisti si sono persi su quel cordone di dune, alla ricerca del campo. Qui stasera stranamente non si riesce a dormire. Le tende sono così vicine che si sente quello che russa, quello che parla, quello che si agita, quello che scorreggia. Da morire dal ridere. Beh, del resto, questa per me è anche la prima volta in tenda.
Titolo: Re:7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012
Inserito da: Leon21 il Settembre 26, 2012, 13:39:35 PM
Anch'io reduce da pochi mesi del mio primo viaggio in moto in Tunisia. Ho letto tutte le pagine di questo favoloso tread e mi sono ritornate in mente tanti bei ricordi. L'Africa e i deserto quando ti entrano nel sangue lo fanno in maniera devastante ... nulla sarà più come prima  :-*

Con persone che non conoscevi prima di averci condiviso quegli spazi sconfinati si stabiliscono rapporti indissolubili, come si fosse dei reduci di guerra.

Considero la mia vita in Italia come una parentesi tra l'ultimo ed il prossimo raid desertico  ;) ;) ;) ;) ;)