Menu principale

(Stra)ordinari Motosaloni e dintorni - 1971-1973 (TERZA PARTE)

Aperto da antarctica, Novembre 22, 2006, 16:39:51 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

antarctica

(TERZA PARTE)

LAVERDA 750 SFC – Nel 1973 viene presentata la seconda versione del modello 750 da gara. Essenzialmente le migliorie riguardano l’impianto frenante che è ora formato da 3 dischi Brembo da 280mm. La moto ha 70CV@7400 e pesa sui 205Kg. Le prestazioni velocistiche dipendono dai rapporti finali e non sono dichiarate. In corso di una prova al Mugello ricordo di essere stato intercettato a 213 Kmh in fondo al rettilineo. La moto è stabile e sincera  in tutte le situazioni. E’ un po’ come la Ducati ma in peggio sull’arancione c’è la fatica che si fa a inserirla in curva e a rimetterla su. Per usare la frizione ci vuole una mano d’acciaio (e dire che mi ero esercitato con un’attrezzo apposito!) ed è da scordare il fatto di poterne fare a meno. Il cambio è preciso ma ha un innesto duro tanto è che si preferisce una leva a bilanciere piuttosto che la singola. Per guidarla forte bisogna esserci portati e ammiro molto i miei conterranei Angiolini, Pescucci e Brettoni per averlo saputo fare. Con loro e soprattutto con Angiolini, malgrado la stima reciproca, ci sono state sempre interminabili discussioni e qualche… confronto ...  ;D extra-pista. La SFC è comunque una bella moto da ricordare.

LAVERDA 1000 3C – La Casa  sposta i suoi appetiti sulla cilindrata “piena” e realizza un buon 3 cilindri monoalbero che viene presentato al Motosalone del 1973. Ha 80CV@7250  215 Kg e circa 205 Kmh. Questo modello  sarà sottoposto nel tempo a cambiamenti radicali tra cui quello del manovellismo che passa dai cacofonici 180° agli aggraziati  120°. Perché “cacofonici” ? Avete una Daewoo Matiz un po’ “stubata” a portata di orecchie ? Oppure se avete un’auto, anche vecchia, con uno scarico ben udibile staccategli una candela (non importa quale) e fate girare il motore sgasando un po’. Capirete quanto è “zoppo” quel rumore e cosa voglio dire ! Ebbene questo era il sound del primo Laverda 1000. La moto verrà utilizzata anche nelle gare “Endurance” e nell’unica mia volta in gara su “SFC” ho condiviso il box di Misano con Lucchinelli che stava portando in pista l’esemplare a 120° appena omologato.


OSSA 250 TRIAL – La Ossa è stata una marca spagnola di un certo successo e i suoi modelli enduro, da motoalpinismo e da trial sono abbastanza conosciuti anche ai più giovani. Come questo modello da trial del 1973:
La Ossa  è molto meno famosa per gli altri settori moto a partire da quello stradale-sportivo. Nel 1970 il suo pilota Santiago Herrero (mio pilota preferito!)  porta in pista un bel mono 250cc 2T a disco rotante racchiuso in un avveniristico monoscocca in alluminio (!!). Questo progetto artigianale grazie alla grande generosità del pilota spagnolo farà vedere i sorci verdi alle sibilanti bicilindriche Yamaha ufficiali. Purtroppo il Campionato del Mondo non potrà godere a lungo di questa lotta ed Herrero morirà tragicamente al Tourist Trophy. La Ossa in segno di lutto si ritirerà per sempre dalle competizioni.
A lui dedico queste due foto. Mentre la seconda è esplicativa, nella prima lo si vede intento ai primi collaudi del 250GP per una strada di campagna. Accanto a quella moto un po' strana e ad un meccanico ci sono il patron della Ossa e suo figlio  Girò, neo ingegnere, che ha appunto progettato la moto come tema della propria tesi di laurea (in questi due b/n ci trovo grande forza e drammaticità ) :

La OSSA 500 – Ovvero un’altra illustre scomparsa. Anzi, mai nata ! Si tratta di un bel bicilindrico (2T naturalmente) che la Casa cercò di mettere in produzione. Peccato che diversamente dal 250GP non fosse con la grintosissima ammissione a disco rotante ma la sua linea mi rimase impressa fosse altro che per la testimonianza di “Herreriana” memoria. 58CV@7700 168Kg 190Kmh. Prestazioni almeno sulla carta interessanti ! Io la prenderei anche ora ! Eccola qua:

ASPES YUMA 125 – E a proposito di quei cilindri con alettatura estesa vi ricordo per affinità questa motociclettina.
Il  gruppo termico nel 1973 aveva fatto un bel passo in avanti rispetto a progenitori di categoria simile. La versione clienti dell’Aermacchi Ala D’Oro 125 di un paio di anni prima aveva  18CV questa Aspes già era salita a 22-25 CV senza particolari preparazioni. Questo motore divenne abbastanza noto ai giovani di allora per le sue prestazioni. Un po’ meno soddisfacente era l’affidabilità del banco.
Ad ogni buon conto fu varato anche un trofeo FMI monomarca dal quale nacquero alcuni campioni.

… concludo questa parte con una carrellata di cinquantini del Salone del ‘71…. Ricordo che all’epoca dovevano essere venduti in versione “codice” e cioè potenza max. 1,5CV e velocita max 40 Kmh. Il carburatore è di solito uno strozzatissimo 12-14mm. Di ogni modello esisteva però una versione “export” in teoria non vendibile in Italia, ma in pratica poi…


MONDIAL 50 – La metto per prima perché ce l’aveva mio fratellino quindicenne. La linea è bellissima. All’anteriore, primo cinquantino in assoluto, c’è un freno a disco Campagnolo che sebbene a comando meccanico, frena. La messa in moto, come si vede, è in avanti. Su questo esemplare monteremo un’elaborazione (cilindro, pistone, candela, espansione) Simonini 60cc. Col suo carburatore da 18mm (versione export), una volta scaldato girava come una sirena ! La noia era quella maledetta candela freddissima: Marelli 1001 che se non la usavi ad andatura “racing” la gettavi nel giro di  un centinaio di metri.
MALAGUTI 50

HERCULES 50

GUAZZONI 50 – Pregiatissima costruzione con il motore a disco rotante (l’unico!) – Il modello analogo in versione 60 da velocità conquistò un paio di Campionati Italiani.

TECNOMOTO 50 – Altro oggetto del desiderio e uno dei primi cinquantini raffreddati ad acqua. Vi sembra in versione “codice” ? Non credo. Chissà come avranno fatto ad omologarlo con quell’aggressività che sprizza da tutti i… carter.

MULLER 50
(foto da brochure)

MOTOM 50 – Uno degli ultimi tentativi di un marchio storico prima di scomparire definitivamente.

GORI-BIMM 50 – Dalla Toscana con amore…..

DUCATI 50 – Eppure sì è vero ! Un cinquantino 2T  della famosa Casa del pompone.

MOTO GUZZI 50 - Concludo con questo altro oggetto del mistero- La Guzzi fece questo piccolo bicilindrico 2T con chissà quali propositi. Ad ogni modo ci pensò la crisi della Casa a frenare progetti troppo strani e originali.
(foto da brochure)


FINE TERZA PARTE


:)

Get a ride in the wild side !

gianpivr

Molto bella quella ossa, me la vedrei bene in garage!!! Mi piacerebbe avere anche il "cucciolo" ducati se è per questo... :)
L' unico modo per sfuggire alle tentazioni è cedere... -O. Wilde-