24 Aprile 2024
Storia

XR 680RN “Baja Monster”

La Moto che convinse Honda che era ora di pensare a qualcosa di Nuovo… l’XR 650R

Traduzione di un articolo apparso sul sito Honda USA qualche anno fa:

Di persona, la XR680RN del 1991 chiamata “Monster Baja” è la più intimidente moto sulla quale tu abbia mai posato gli occhi. La moto è enorme in ogni senso – il cilindro e la testa sono quasi le dimensioni di un barilotto di birra.
Perchè Honda ha costruito questa moto ?

Prima un po di storia..

Dalla prima Baja del 1967, le moto Honda hanno dominato, con 15 vittorie complessive. Nel 1990, però, le moto due tempi di grossa cilindrata (n.d.r. Kawasaki KX500) la facevano da padrone, e la Honda ha naturalmente affrontato la sfida come avviene di solito: quindi iniziò la sperimentazione, per trovare nuove idee per futuri moto a quattro tempi fuori strada.

Il mostruosamente enorme XR680RN che vedete qui è il risultato di uno di questi esperimenti. Lasciate che Bruce Ogilvie – coordinatore dell’attuale team Honda Off-Road, due volte vincitore del vincitore Baja 1000 e cinque volte nella Baja 500 – racconti la storia.
Ogilvie dice:

Nel 1991 abbiamo sviluppato la moto soprannominandola The Monster

Stavamo cercando un modo per ottenere un vantaggio sulla grande potenza delle moto due tempi, così abbiamo preso un XR600R abbiamo portato la cilindrata a 680cc e usato un albero a cammes più spinto, caspita come andava forte! Abbiamo davvero dovuto ricalibrare il vostro cervello e cambiare il nostro stile di guida, perché la velocità era davvero aumentata, e noi non ci eravamo abituati “.

Era più veloce di qualsiasi 2 tempi di sempre, ma l’avevamo elaborata troppo, andando troppo oltre i limiti strutturali del progetto originale dell’intera moto“.

“La durata divenne un problema. Il 680 erogava troppi cavalli, capitò che i carter centrali si spezzassero orizzontalmente. Poi cominciammo a distruggere ruote posteriori, a piegare forcelloni e cose del genere. La moto era incredibilmente veloce, il Mostro non riusci a finire nemmeno una gara, ma imparammo molto.”

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